On line migliaia di documenti declassificati dalla NATO
Dal20 gennaio, sul sito archives.nato.int sono stati pubblicati più di 23.000 documenti finora custoditi negli archivi della NATO e non accessibili al pubblico perché classificati come confidenziali. Chiunque interessato può ora leggerli e scaricarli liberamente dalle tre seguenti collezioni:
- Staff militare internazionale: i documenti che rientrano in questa categoria risalgono al periodo 1949-1059 e fanno riferimento alle prime riunioni dell’organizzazione, tra cui quelle dei Comitati di Difesa e Militare e dello Standing Group. Tra le altre cose è possibile accedere a fonti ufficiali sulle pianificazioni strategiche, l’organizzazione dei comandi e le relazioni della NATO con gli Stati Uniti e la Francia.
- Rassegne stampa: circa 3.200 rassegne, realizzate dal 1961 ai giorni nostri. Tra i temi oggetto delle rassegne figurano diverse prese di posizione della NATO in occasione di alcuni eventi storici del passato.
- Pubblicazioni: 372 pubblicazioni a carattere storico, realizzate tra il 1952 e il 2001, per illustrare a varie tipologie di pubblici, dai bambini ai capi di Stato, l’organizzazione, gli scopi, la storia e i meccanismi di funzionamento della NATO.
A partire dalle fonti cartacee originali, i record sono stati scannerizzati e convertiti in formato PDF/A, di modo da garantire la ricerca testuale integrale per tutti i documenti. In aggiunta, sono state anche realizzate 170 nuove descrizioni archivistiche per permettere ai ricercatori, agli studenti e chiunque altro interessato di navigare l’archivio in maniera più agevole, contestualizzando meglio i documenti.
Già in passato la NATO aveva pubblicato on line una prima serie di documenti non più soggetti a segreto. Con questa seconda immissione, la loro quantità viene raddoppiata. Annunciando la novità, la NATO ha aggiunto che ulteriori collezioni saranno digitalizzate e pubblicate on line nei prossimi anni e che intanto centinaia di migliaia di documenti già declassificati da tempo sono consultabili sul sito www.nato.int/archives.