America, “l’attuale classificazione dei documenti non più sostenibile”

È quanto sottolineato da un gruppo di esperti, con uno studio che raccomanda alla Casa Bianca l’adozione di nuovi sistemi per l’attribuzione dei livelli di riservatezza e accessibilità ai documenti ufficiali. Tra le principali proposte, spicca l'idea di passare da gli attuali tre a soli due gradi di segretezza

Per classificazione dei documenti, così come riporta Wikpedia, si intende l’attribuzione del livello di riservatezza a un documento ufficiale o a una parte delle informazioni in esso contenute, e la conseguente limitazione dell’accesso alle stesse, per legge o regolamento, a determinati gruppi di persone. Attualmente, negli Stati Uniti i livelli di riservatezza sono tre: confidential, secret e top secret.

Il report, intitolato Transforming Classification, è stato realizzato da un board istituito su impulso della Casa Bianca per studiare l’attuale sistema di classificazione e proporre moderni alternativi che possano essere più sostenibili. Il board, si legge sul sito Federal News Radio, ha studiato lo stato dell’arte per tre anni, contando tra le altre cose sulla collaborazione delle agenzie federali, dei Dipartimenti della Difesa, di Stato e dell’Energia, e ancora sul contributo di accademici, esperti di open government, società ICT e altre categorie di professionisti.

E i risultati di questi tre anni di studio e indagine parlano chiaro: se si considera che dal primo al secondo mandato di George Bush Junior le informazioni classificate sono passate da poco meno di 2 a circa 40 terabytes, o ancora che gli 8 anni di amministrazione Obama lasceranno in eredita più di un miliardo di e-mail ufficiali, a fronte delle 250mile prodotte nell’era Bush, è evidente che un sistema di catalogazione delle informazioni nato 72 anni fa, in piena Guerra fredda e soprattutto nell’era delle macchine da scrivere e della carta carbone, non è più in grado di reggere. “Cifre di questo genere – ha spiegato la presidente del board Nancy Sorderberg alla testata radiofonica – rendono di fatto impensabile l’idea di poter leggere ogni singola pagina dei documenti prodotti e classificati. Conseguentemente, in mancanza di cambiamenti, i cittadini non potranno più sapere e capire il modo in cui il Governo opera”.

Per questo motivo, gli analisti raccomandano una radicale revisione del sistema, auspicando in particolar modo il passaggio da tre a due livelli di classificazione, lo snellimento delle procedure necessarie per “declassificare” e rendere pubblici e liberamente accessibili i documenti, il rafforzamento del ruolo e delle responsabilità affidate al Declassification Center della National Archives and Records Administration e, rimanendo in tema, la concessione di garanzie legali a tutti gli impiegati federali impegnati in queste attività, a fronte del rispetto di precise linee guida relative al proprio operato.

Gli analisti invocano anche un forte mandato presidenziale per vincere le resistenze interne all’amministrazione statunitense, e arrivare ad una reale riforma del sistema attuale, e segnalano alcune best practices alle quali fare riferimento per realizzare questi obiettivi. Tra le diverse esperienze proposte, l’articolo di Federal News Radio cita quelle della CIA e della Intelligence Advanced Research Projects Agency (I-ARPA). Nel primo caso, il report evidenzia l’utilizzo dei metadati e di altre soluzioni tecnologiche per velocizzare le procedure di declassificazione delle informazioni. Per quanto riguarda I-ARPA invece, interessa in particolar modo l’adozione di sistemi di riconoscimento automatico del linguaggio che hanno permesso di semplificare e snellire sia le attività di classificazione sia quelle di declassificazione dei documenti.

Nella notizia si rende inoltre conto di un ulteriore studio, parallelo a quello oggetto dell’articolo, attualmente in corso sotto il coordinamento dell’Information Security Oversight Office (ISOO) (struttura a sua volta dipendente dalla National Archives and Records Administration), finalizzato alla definizione di nuove regole per l’attribuzione di etichette e livelli ai documenti “declassificati”. Le due attività di analisi restano formalmente distinte e dedicate ad aspetti diversi, spiegano al sito i loro stessi responsabili, ma è chiaro che se verranno introdotte entro breve, come previsto, nuove e semplificate procedure per il trattamento delle informazioni non più soggette a segreto, anche uno degli obiettivi principali indicati dal board presieduto da Nancy Sorderberg, vale a dire la riduzione dei tempi necessari per rendere alcune tipologie di informazioni liberamente accessibili a chiunque interessato, potrebbe essere conseguito con maggiore facilità.

E proprio per rendere più veloci e allo stesso tempo sicure le procedure di declassificazione dei documenti, nel report presentato di recente viene fornito anche un ulteriore consiglio: dotare ogni agenzia di uno o più storici professionisti, per far sì che la revisione dei documenti possa essere più attenta e circostanziata.

Leggi la news su Federal News Radio

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ultima modifica 2022-09-09T11:08:04+02:00
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