America, dagli archivisti una ferma opposizione all'immigration ban
La Society of American Archivists, associazione fondata nel 1936 alla quale aderiscono migliaia di archivisti degli Stati Uniti, ha pubblicato una nota per manifestare la propria ferma opposizione al cosiddetto “Immigration ban”, l’ordine esecutivo col quale il nuovo Presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha deciso di bloccare per 120 giorni l’ingresso in America dei rifugiati e contestualmente di sospendere per 90 giorni l’ingresso degli immigrati provenienti da Iran, Iraq, Yemen, Libia, Somalia, Sudan e Siria (in quest’ultimo caso la sospensione è a tempo indeterminato). Di seguito il testo della nota:
La Society of American Archivists si oppone fermamente all’ordine esecutivo emanato il 27 gennaio 2017 dall’amministrazione Trump, col quale si restringono gli ingressi negli Stati Uniti di persone provenienti da 7 Paesi a maggioranza musulmana (Iran, Iraq, Libia, Somalia, Sudan, Siria e Yemen). L’ordine esecutivo, intitolato “Protecting the Nation from Foreign Terrorist Entry into the United States", colpisce in maniera diretta membri della nostra comunità con i quali lavoriamo e collaboriamo. Tra loro, archivisti, studenti, professori, ricercatori, finanziatori e le loro famiglie.
Gli archivisti si riconoscono nei valori della diversità e si impegnano attivamente per affermarli in ambito sociale. Siamo contrari alle azioni che discriminano le persone o minacciano i diritti individuali. Questo bando indebolisce gli sforzi degli archivisti volti a conservare i patrimoni archivistici e favorire lo studio dell’eredità culturale della nostra nazione. Il bando ostacola gli archivisti impegnati ad affermare i nostri valori guida, dalla libertà di accesso per tutti, alla tutela delle diversità professionali e documentali, al diritto alla privacy. Per fare degli esempi, questo ordine esecutivo potrebbe impedire agli archivisti, ai ricercatori, agli studenti e ad altri professionisti provenienti da altri Paesi di entrare o uscire dagli Stati Uniti; li costringe a subire indagini molto invasive sulle loro esistenze; crea un clima intimidatorio nei confronti delle minoranze, rendendo più difficoltosa la conservazione e condivisione di documenti archivistici che li riguardano; colpisce seriamente, nel privato e in ambito lavorativo, gli archivisti e gli studenti di archivistica in possesso di una green card.
La Society of American Archivist continuerà a lavorare a stretto contatto con una molteplice varietà di persone, gruppi e associazioni, per far sì che le nostre posizioni su questi temi siano diffuse il più possibile. Nelle prossime settimane e nei prossimi mesi, il nostro Comitato sulle Politiche Pubbliche esaminerà in maniera approfondita l’impatto di queste recenti decisioni su numerosi aspetti che riguardano la nostra professione. Tra gli altri, le richieste di poter accedere in maniera costante ai dati federali, la trasparenza e l’accountability del governo, il suo rispetto in materia di gestione dei dati amministrativi, quello della privacy e via discorrendo.