Archivi privati e Regolamento dati
Su Agenda Digitale è stato pubblicato l’approfondimento “La tutela degli archivi privati nell’era del GDPR: le norme da conoscere”, a firma di Mariella Guercio. Nell’abstract si legge quanto segue: “alcune norme del GDPR rischiano di creare problemi a enti privati e imprese che dispongano di un patrimonio archivistico, con possibili ripercussioni sulla ricerca storica e scientifica. In particolare, è rilevante la norma sul diritto all’oblio che solleva dibattiti sul significato di pubblico interesse”. Di seguito l’introduzione:
Un’applicazione rigida del GDPR può creare problemi agli archivi privati, con conseguenze negative sulla ricerca storica e scientifica.
È questo il rischio che corriamo ora. Infatti, mentre la conservazione dei documenti e dei dati personali prodotti o acquisiti dalle PA e dei patrimoni documentari identificati dal Ministero per i beni e le attività culturali per la loro rilevanza culturale è in larga misura al sicuro, ben più rischiose sono le condizioni in cui si trovano gli archivi conservati a vario titolo dagli enti privati, incluso il caso di istituzioni che acquisiscono, mantengono e trattano i dati per finalità culturali o per la difesa dei diritti all’informazione nelle azioni di contrasto alla criminalità da parte, ad esempio, delle associazioni delle vittime di mafia e terrorismo.
Per entrare nel merito della questione, a gennaio è stato organizzato un incontro tra la Direzione generale degli archivi, l’Istituto centrale degli archivi e l’Associazione nazionale archivistica italiana con il Garante della privacy.