Archiviare il presente: a Milano un ciclo di workshop a cura della Fondazione Feltrinelli

Gli appuntamenti in programma tra fine settembre e gennaio. Obiettivo: attivare un confronto sul significato della conservazione delle fonti del presente, come presidio per la difesa dei diritti civili, sociali e politici, e testimonianza dell’impatto dei movimenti nella difesa e nell’ampliamento della sfera dei diritti

La Fondazione Giangiacomo Feltrinelli organizza il ciclo di workshop “Archiviare il presente: partecipazione, attivismo, diritti”, articolato in cinque appuntamenti mensili in programma a Milano tra settembre e gennaio.

Archivi del presente - si legge nella presentazione degli organizzatori - è un progetto (...) che, recuperando la propria vocazione originaria di luogo di raccolta e valorizzazione delle fonti del mondo operaio, del socialismo e della contestazione, rilancia oggi un progetto di archiviazione della documentazione dei movimenti sociali e climattivisti in Europa. Oggi come allora, al di là della fondamentale dimensione archivistica e bibliotecaria, è posta alla base del progetto l’urgente domanda circa i soggetti sociali che la frammentazione del tempo presente ha prodotto, e rispetto ai quali ci si chiede se sono (o possono diventare) anche soggetti politici.

Nell’ambito di questo progetto, Fondazione Giangiacomo Feltrinelli organizza un ciclo di cinque workshop a partecipazione internazionale, in cui dialogheranno membri dell’università, professionisti dell’ambito archivistico e dell’analisi dei dati, esponenti dell’associazionismo e dei gruppi di mobilitazione.

L’obiettivo di questi incontri è attivare un confronto sul significato della conservazione delle fonti del presente, sia come presidio per la difesa dei diritti civili, sociali e politici, sia come testimonianza – per il futuro – dell’impatto che hanno oggi i movimenti nella difesa e nell’ampliamento della sfera dei diritti”.

Di seguito il programma, e la presentazione, dei cinque appuntamenti in programma, ai quali sarà possibile assistere anche online, tramite piattaforma Zoom.

  • 23 settembre 2024 – h 15.00-18.00
    Le istituzioni di conservazione: come innovare la propria funzione?
    Gli istituti di conservazione e i centri di documentazione possono restare uguali a sé stessi nei propri ruoli e nelle proprie modalità di partecipazione nelle società e sui territori? È sufficiente rinnovare periodicamente le tecniche di conservazione per restare al passo con le trasformazioni dell’informazione e della generazione del sapere? I ruoli culturali e politici della “conservazione” devono adeguarsi o sfidare i cambiamenti dell’era digitale? Se, come spiegava Maldonado, l’informazione diventa sapere quando “viene metabolizzata, ossia, quando si inserisce, a livello individuale e sociale, in un quadro di credenze e valori”, come possono gli archivi innovare la propria funzione? Nel workshop verranno analizzati diversi esempi significativi in tal senso, in Italia e in altri paesi”.

  • 23 ottobre 2024– h 15.00-18.00
    Cavalcare la frammentazione: alla ricerca dei soggetti sociali e politici

    Archiviare i documenti dei movimenti sociali attuali non ha, ovviamente, una pura valenza “patrimoniale”. Risponde anzitutto a una linea editoriale, e poi a una domanda analitica e di ricerca che, scandagliando il presente, individua delle domande sospese, e cerca gli strumenti utili per cominciare a rispondere. Se le interviste con il magnetofono nei cortei operai degli anni Cinquanta e Sessanta dovevano costituire un primo nucleo di materiali da “conservare”, il punto di vista operaio lì espresso conteneva, invece, una serie di indizi sulla consistenza e progettualità di un nuovo soggetto sociale che – forse – si apprestava a diventare anche un nuovo soggetto politico. Oggi come ieri, la frammentazione esito delle trasformazioni sociali ci spinge a chiederci dove, fra le soggettività e nei movimenti che fra mille difficoltà sfidano la politica oggi, si possa annidare il germe di un nuovo soggetto politico complessivo

  • 19 novembre 2024 – h 15.00-18.00
    Quali sono i soggetti e le fonti dell’attivismo contemporaneo?

    Scegliere di archiviare le fonti dei movimenti contemporanei pone di fronte a molteplici questioni che, prima di tutto, riguardano la definizione dei soggetti stessi. I movimenti sociali contemporanei, se da un lato si inseriscono in una tradizione di attivismo di più lunga durata, dall’altro presentano caratteristiche nuove come, ad esempio, le modalità di azione e di comunicazione e i mezzi attraverso cui agiscono. A quali criteri possiamo ancorarci, allora, per orientarci e identificare, riconoscere, quei movimenti di cui è necessario conservare le fonti come testimonianza della ricerca di un cambiamento, nel momento stesso in cui quel cambiamento sta avvenendo?”.

  • 17 dicembre 2024 – h 15.00-18.00
    Quali sono i metodi e le pratiche di “archiviazione del presente”?

    Di fronte a una mobilitazione che sembra incentrarsi sempre di più sugli strumenti della connective action, che porta con sé e amplifica i problemi generati dall’opulenza informativa e dalla volatilità stessa delle informazioni, quali possono essere le strategie più adeguate ed efficaci per tenere traccia duratura delle attività dei movimenti oggi attivi nelle nostre società? Sarà sufficiente impiegare gli strumenti dell’archivistica tradizionale, a cui aggiungere attività di webarchiving e social media archiving, o le riflessioni dovranno condurci più distanti? E una volta messa a fuoco la pratica di archiviazione, queste fonti potranno fornirci davvero una documentazione utile, funzionale alla ricerca nel futuro?”.

  • 14 gennaio 2025 – h 15.00-18.00
    Il tema del vero, del falso e della manipolazione delle fonti a fini politici: un falso problema?
    La logica del fact-checking sembra aver permeato gli studi storici, al punto che alcune case editrici hanno fondato vere e proprie collane di volumi storici intitolate così. Questa ossessione per la verità e per il vero, per quanto essenziale al lavoro degli storici, sembra però – quando posta esclusivamente così – quantomeno parziale, invece, ai fini della storia, che deve misurare anche l’impatto del “falso” sui fenomeni sociali; gli storici, insomma, anche sul “falso” possono lavorare con profitto e, soprattutto, non possono trascurare che il più delle volte i fatti sociali non rispondono a criteri di realtà, e, nonostante ciò, non sono meno reali “in sé” e per gli impatti che producono


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ultima modifica 2024-10-01T11:22:20+02:00
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