Fonti e testimonianze: la Palestina costruisce il proprio archivio digitale

Il Museo della Palestina ha avviato un progetto per la raccolta e la digitalizzazione di 145.000 fonti, tra cui documenti e memorie personali e familiari, che permettano di ricostruire online la storia della regione

Il Museo della Palestina ha avviato un progetto per la creazione di un archivio digitale che permetta di ricostruire la storia della regione dal 1800 ai giorni nostri. Lo scopo è di realizzare un grande affresco collettivo, attingendo ai documenti in possesso non solo di altre istituzioni, ma anche di migliaia di famiglie e cittadini, per ovviare alla sistematica perdita di fonti storiche conseguenti alla guerra con lo Stato di Israele che da decenni devasta la regione.

L’archivio digitale sarà realizzato da qui ai prossimi tre anni, grazie a un finanziamento di 1.9 milioni di dollari messo a disposizione dalla fondazione londinese Arcadia Fund e con la collaborazione della  University of California, Los Angeles (UCLA). Saranno gli archivisti e gli esperti di digitalizzazione dell’ateneo statunitense a fornire le competenze e gli strumenti necessari per l’acquisizione dei principi e delle tecniche di base necessari alla realizzazione del progetto. La partnership prevede anche un ulteriore step: per consentire la massima diffusione possibile dei materiali digitalizzati, al termine delle attività essi saranno accessibili sia sul sito del Museo della Palestina sia su quello della UCLA.

Per la realizzazione del progetto, i promotori dell’iniziativa percorreranno tutti i territori della Palestina con lo scopo di raccogliere e digitalizzare il maggior numero possibile di fonti, tra le quali anche foto, film, lettere e altri documenti personali. L’obiettivo dichiarato è di trovare, digitalizzare e pubblicare 145.000 fonti, accompagnandole con descrizioni sia in lingua araba sia in lingua inglese.

Il progetto sarà suddiviso in due grandi fasi. Durante il primo anno, gli storici e i ricercatori del Museo della Palestina viaggeranno in cerca di fonti e documenti che saranno portati nella città di Birzeit, sede del museo, per essere digitalizzati prima di essere restituiti ai proprietari. Nel secondo e nel terzo anno invece si punterà a digitalizzare i documenti direttamente nei villaggi e nelle città in cui saranno reperiti, servendosi di una applicazione per smartphone che si conta di realizzare nei prossimi mesi.

Presentando il progetto, la direttrice del museo Zina Jardaneh lo ha definito un “primo passo di natura fondamentale per la creazione di un archivio digitale della storia palestinese”. “Speriamo che il lavoro in tal senso continui anche al termine del progetto, per preservare e tramandare la storia della Palestina e fare in modo che le generazioni future possano accedere agli archivi che la custodiranno”.

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ultima modifica 2018-04-14T13:03:00+01:00
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