Arctic World Archive: alle Svalbard l’archivio a prova di apocalisse
Nell’isola di Spitsbergen, appartenente all’arcipelago norvegese delle Svalbard, dal 2008 è in funzione il Global Seed Vault, una banca dati a prova di bomba atomica nata per raccogliere i semi di tutte le specie botaniche presenti al mondo. Scavata nella roccia di una montagna, la struttura in calcestruzzo si compone di 3 sale, di 27 metri di lunghezza, 10 di larghezza e 6 di altezza: al loro interno, come fossero in un caveau, sono custodite centinaia di collezioni di semi che potrebbero tornare utili nel caso in cui, per le più svariate cause, la loro sopravvivenza dovesse essere messa a rischio nei prossimi anni.
A quasi 10 anni dalla costruzione della struttura, al suo fianco è stata aperta di recente una banca dati “gemella” nella quale però, anziché semi, si vogliono raccogliere dati e documenti digitali da tutto il mondo per garantirne la loro conservazione in eterno, o perlomeno per i prossimi 500/1.000 anni. Arctic World Archive il nome della nuova banca dati, ribattezza anche “Doomsday Library", in italiano “Biblioteca dell’Apocalisse”, perché anche in questo caso i promotori vogliono approfittare dell’isolamento delle Svalbard, oltre che del loro clima estremamente rigido, per fare in modo che i dati siano tenuti ben distanti e al sicuro da qualsiasi rischio di danneggiamento o perdita.
Alla rete pubblica norvegese, i promotori del progetto hanno precisato che i dati non saranno salvati in digitale, ma riversati su una speciale pellicola chiamata PIQL, ideata proprio in Norvegia e già utilizzata per la conservazione di centinaia di film prodotti a Holliwood e Bollywood. Su Focus si apprende che “una volta trasferiti su film, (i dati) non potranno più essere modificati, saranno al sicuro da incursioni da remoto e resisteranno anche ai più violenti sbalzi di temperatura; in caso di guerra nucleare, potrebbero sopravvivere per 500 anni, ma l'azienda punta alla soglia di sicurezza di un millennio”. “Scriviamo i dati su pellicola come fossero grandi codici QR - ha dichiarato la fondatrice della compagnia norvegese - è come scolpirli nella pietra”.
Quanto alla natura dei dati e dei documenti, al World Arctic Archive si punta a raccogliere le più svariate tipologie, ma è immaginabile che saranno soprattutto le grandi organizzazioni pubbliche o private,e in particolar modo chi avrà la necessità di custodire e preservare i propri patrimoni informativi col massimo grado di sicurezza, a rivolgersi alla struttura. Già oggi, annunciano i promotori del progetto, alcune importanti istituzionali, tra cui gli archivi nazionali del Messico e del Brasile, hanno contattato i promotori della struttura per valutare l’eventuale trasferimento di dati e documenti.