Categoria A8: 100 anni di “storie sovversive” raccontate on line

Sul portale la Città degli Archivi sono stati pubblicati più di 8.000 fascicoli relativi ad individui schedati e controllati dalla Questura di Bologna, dal 1872 al 1983, per attività di militanza politica e sindacale, o semplicemente perché ritenuti socialmente pericolosi

La schede furono raccolte nel corso degli anni dal Gabinetto della Questura di Bologna e archiviate nella “Categoria A8”, quella delle “Persone pericolose per la sicurezza dello Stato”, nota anche agli addetti ai lavori come “Casellario politico provinciale” o dei “Sovversivi”. Il portale del progetto “La Città degli Archivi” rende noto che i fascicoli furono versati nel 2004 presso l’Archivio di Stato di Bologna, e che dalla loro consultazione si può ricavare uno spaccato delle azioni intraprese dall'autorità di pubblica sicurezza, su tutto il territorio provinciale, per controllare individui considerati socialmente pericolosi a causa della loro militanza politica o sindacale, ma anche semplicemente perché incasellati come vagabondi ed eccentrici poco raccomandabili. Storie di “attivisti, sindacalisti, anarchici, socialisti e attentatori”, ma anche di “lanternai, braccianti, ferrovieri, lavandai, insegnanti, muratori, ambulanti e disoccupati”, come si leggeva tempo fa on line, sull’edizione bolognese di Repubblica.

“Oltre un secolo di storia di Bologna – recita il testo – scandagliata dallo sguardo ambiguo della polizia politica e raccontata da appunti riservati, note, schede, accertamenti, foto segnaletiche, ritagli di giornali e riviste, fonogrammi, soffiate, corrispondenze personali, bollettini di ricerche e via elencando. Grazie al progetto "Una città per archivi", promosso da Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna e dalla Fondazione Carisbo, da qualche settimana viene condiviso online un pezzo importante di passato e memoria, interfaccia di uno dei fondi cartacei e informatici dell'Archivio di Stato. Con un clic si può consultare la sintesi della documentazione sulle "Persone pericolose per la sicurezza dello Stato" versata nel 2004 dalla Questura di piazza Galilei, relativa agli anni compresi tra il 1872 e il 1983, ordinata e inventariata da Salvatore Alongi. Più di 8.600 fascicoli - per la precisione 8.644, contrassegnati con la sigla A8 e divisi nelle sottoserie "Radiati", "Defunti" e "Defunti di recente" - narrano frammenti di biografie parallele di donne e uomini controllati e schedati dall'autorità di pubblica sicurezza per l'appartenenza e la militanza in partiti e associazioni, l'impegno sindacale e di base, azioni e pensieri da dissidenti, presunte attività sovversive, semplici sospetti o il solo fatto di condurre esistenze marginali, da "oziosi e vagabondi".

Ci sono – prosegue il testo – nelle cartelle custodite in piazza Celestini, corposi dossier su personaggi noti spiati per decenni. E ci sono centinaia di ritratti soggettivi di gente qualunque, entrata per pochi mesi e spesso per motivi da niente nell'orbita dei "guardoni" della Questura. "Si tratta (..) dell'unica fonte di tipo seriale sulla base della quale tentare di ricostruire non solo la storia del sovversivismo politico nella provincia di Bologna, ma anche quella del dissenso sociale, della realtà demografica e, non ultima, dell'amministrazione della pubblica sicurezza…".

Leggi l’articolo integrale su Repubblica

ArchIVI, il portale del progetto “La Città degli Archivi”

Il sito www.cittadegliarchivi.it  è la declinazione digitale di un più ampio progetto promosso dalle Fondazioni del Monte di Bologna e Ravenna e Carisbo, con la collaborazione tra gli altri dell'IBC Emilia-Romagna, che ha portato al recupero, alla corretta conservazione e infine alla catalogazione on line di circa duecento fondi otto-novecenteschi della città di Bologna in condizioni di pericolo e a rischio di dispersione.

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ultima modifica 2013-10-18T13:19:00+02:00
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