Commentari, trattati e atlanti: on line i manoscritti della Biblioteca Apostolica Vaticana
I codici sono disponibili sul sito della biblioteca papale, all’indirizzo www.vaticanlibrary.va.
“Gli antichi tomi – si legge su Data Manager Online – sono conservati in bunker sotto il Palazzo Apostolico in particolari condizioni: buio totale, umidità relativa del 50% e temperatura tra i 18° e 20°. Per la digitalizzazione di questi primi volumi ci sono voluti due anni e un’equipe di 12 persone impiegate continuativamente. Tra le opere messe in Rete si trovano: evangeliari, commentari, trattati di morale, studi sulla geografia, atlanti di Battista Agnese ma anche opere filosofiche, commedie e alcune opere di Petrarca e Dante. Si possono ammirare anche opere più antiche come pergamene come il De Officis di Cicerone o i memoriali di Valerio Massimo e manoscritti provenienti anche dall’estremo Oriente. È la filosofia di sempre della Biblioteca Apostolica Vaticana, nata con Niccolò V, con Sisto IV e più avanti con Sisto V, secondo cui questi beni dell’umanità vengono resi accessibili a coloro che li vogliono utilizzare, conoscere e studiare’, così ha spiegato gli obiettivi del progetto il prefetto della Biblioteca Apostolica Vaticana, Mons. Cesare Pasini”.
Lo stesso Pasini ha fornito ulteriori particolari sui primi codici pubblicati on line, rilasciando una intervista ai microfoni di Radio Vaticana. Tra le altre cose, il prefetto ha spiegato che la maggior parte della prime serie di documenti digitalizzati proviene dalla Biblioteca di Heidelberg e ha indicato nel volume “De arte venandi cum avibus”, scritto da Federico II e dedicato alla caccia degli uccelli, come il più famoso tra quelli già caricati on line. Passando a descrivere l’insieme dei progetti di digitalizzazione di manoscritti e documenti storici promossi dalla Biblioteca Apostolica Vaticana, Pasini ha affermato quanto segue:
“stiamo digitalizzando manoscritti cinesi, manoscritti del cosiddetto Gruppo Alamire, di un musicista e copista di manoscritti musicali. C’è poi tutto un grande progetto legato ad una collaborazione con la Biblioteca di Oxford. Si digitalizzeranno anche gli incunaboli, i manoscritti greci, probabilmente anche i manoscritti ebraici. Poi c’è il progetto base, che sempre mi preme sottolineare, perché è quello che raccoglie tutto, perché se i macchinari, se la struttura, se le procedure di acquisizione non fossero ben calibrate e sostenute, la raccolta dei materiali non sarebbe possibile. Ora, questo è quello che noi abbiamo potuto realizzare grazie ad un’intesa e anche ad una sponsorizzazione con la società internazionale EMC e con Dedanext e Dedagroup. Sono loro i nostri sponsor fondamentali per fare andare avanti il progetto, speriamo, fino a 80 mila, se non oggi, domani, se non domani, negli anni!”.