Dalla riforma del processo penale un rafforzamento del diritto all'oblio

Marco Martorana firma un articolo su Altalex che illustra le novità in materia di diritto all’oblio contenute riforma del processo penale (detta Cartabia) che è stata approvata con l’emanazione delle legge n°134/2021.

Su Altalex, un articolo a firma di Marco Martorana illustra le significative novità in materia di diritto all’oblio contenute nella cosiddetta riforma della riforma del processo penale - nota ai più anche come riforma Cartabia, dal cognome dell’attuale Ministro della Giustizia - approvata in via definitiva a fine settembre con l’emanazione delle legge n° 134/2021.

L’articolo si apre con un’introduzione sul diritto all’oblio e su svariati pronunciamenti e sentenze che hanno fatto giurisprudenza in materia, per poi presentare le nuove disposizioni contenute nella riforma, con la quale si stabilisce, in estrema sintesi, che nel caso di decreti di archiviazione, sentenze di non luogo a procedere e le sentenze di assoluzione, le procedure per la deindicizzazione dei dati personali dei diretti interessati dai motori di ricerca vengano rese molto più semplici e, soprattutto, non più soggette ad arbitrio.

Parlando di importante “rafforzamento della privacy”, l’autore dell’articolo scrive a tale riguardo quanto segue: “L’emendamento prevede sostanzialmente un’integrazione all’art. 154-ter delle disposizioni attuative del codice di procedura penale al fine di prevedere che i decreti di archiviazione, le sentenze di non luogo a procedere e le sentenze di assoluzione vengano trasmessi al Garante per la protezione dei dati personali e «costituiscano titolo per l'emissione senza indugio di un provvedimento di deindicizzazione dalla rete internet dei contenuti relativi al procedimento penale contenenti i dati personali degli indagati o imputati». In altri termini, ogni persona che uscirà indenne da una vicenda giudiziaria potrà richiedere, in base al provvedimento del giudice, che i propri dati non compaiano più sui motori di ricerca. Finora, il diritto all’oblio poteva essere ottenuto soltanto tramite una procedura piuttosto farraginosa, che iniziava con una domanda di deindicizzazione a Google - spesso respinta - e proseguiva poi con il ricorso al Garante o all’autorità giudiziaria. Inoltre, l’istanza dell’interessato veniva decisa caso per caso e sulla base di un bilanciamento continuo tra diritto all’oblio e diritto di cronaca. Con la riforma, invece, è come se tale equilibrio fosse stato - limitatamente all’ipotesi considerata - prestabilito in via generale per tutti i casi in cui un soggetto esca totalmente indenne da un procedimento penale a suo carico. Il riconoscimento del diritto alla deindicizzazione è quindi previsto come obbligo espresso, sottraendo agli organi competenti qualsiasi margine di discrezionalità”.

Leggi l'articolo integrale sul sito di Altalex.

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ultima modifica 2021-10-20T20:20:06+01:00
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