Digitalizzato l’archivio Lanciani: la storia urbanistica di Roma va online
Circa 4.000 documenti appartenenti alla collezione dell’archeologo romano Rodolfo Lanciani sono stati digitalizzati e sono ora disponibili in rete sul sito della Stanford University. La digitalizzazione dei materiali, tra i quali disegni, stampe, fotografie e bozzetti di monumenti risalenti all’arco temporale compreso tra il 1500 e il 1900, è avvenuta nell’ambito di una partnership tra la stessa Stanford University, la University of Oregon, il Dartmouth College e il governo italiano.
Il sogno dichiarato di Lanciani, nato e vissuto a Roma tra il 1845 e il 1929, era quello di documentare l’intera storia dell’archeologia capitolina fino alla fine del 19esimo secolo. Per realizzarlo, durante la propria carriera raccolse e collezionò oltre 15.000 tra manoscritti, disegni, stampe e altre fonti. Dopo la morte di Lanciani, tutto questo materiale fu acquisito dall’Istituto Nazionale di Archeologia e Storia dell’Arte (INASA) e per anni è stato consultabile, su appuntamento, presso la Biblioteca di Archeologia e Storia dell’Arte (BIASA) di Palazzo Venezia.
D’ora in avanti, gran parte di questo patrimonio sarà accessibile anche on line e, come affermato da Erik Steiner, direttore dello Spatial History Project at Stanford’s Center for Spatial and Textual Analysis (CESTA), si tratta di un’ottima notizia per tutti gli appassionati di urbanistica e storia romana. “Roma è una città multistrato - sono state le sue parole - per comprendere la sua storia bisogna guardare attraverso questi strati, ed è proprio ciò che la collezione permette di fare”. Per arrivare a questo risultato i promotori del progetto hanno scannerizzato e riprodotto migliaia di materiali appartenenti alla collezione in immagini digitali ad altissima risoluzione. Successivamente, ogni singolo contenuto digitale è stato categorizzato e associato a dei set di dati descrittivi, di modo da essere catalogato e ricercato online nella maniera più efficace.
La digitalizzazione dell’archivio Lanciani rientra in un più ampio progetto finalizzato a realizzare una sorta di mappatura digitale della storia di Roma. L’operazione ha già portato alla digitalizzazione dei lavori di due architetti italiani del 18esimo secolo, Giambattista Nolli e Giuseppe Vasi, e proseguirà nei prossimi mesi con un ulteriore intervento che vedrà nuovamente protagonista Rodolfo Lanciani. All’archeologo si deve infatti anche la creazione della Forma Urbis Romae, una mappa topografica in 46 tavole in scala 1:1000 delle risultanze archeologiche della città. All’atto della sua realizzazione fu definita la prima banca dati dell’archeologia romana. La consultazione delle tavole permette di leggere l’evoluzione urbanistica della città dall’età antica fino al piano regolatore del 1892, e anche se all’epoca lo strumento non godette di particolare considerazione, sono in molti a considerarla una fonte di notevole importanza storica e documentale. Una volta acquisiti tutti i materiali in digitale, i promotori del progetto puntano a realizzare una mappa interattiva della città che rimandi ai diversi materiali di archivio a loro volta riprodotti in digitale.