Diritto all’oblio e informazione: la Cassazione si pronuncia
Con l’ordinanza n° 13524 del 2021, la Corte di Cassazione si è espressa nuovamente in materia di equilibrio tra diritto all’oblio e libertà di informazione.
Nel pronunciamento, la Corte ha precisato che il diritto alla cancellazione dei propri dati personali da notizie o altri contenuti di cronaca viene meno nel momento in cui la loro permanenza è fondamentale per preservare ragioni di interesse pubblico. Nel caso specifico - oggetto di approfondimento e commento su Wired - la richiesta era arrivata da un debitore che chiedeva la rimozione di informazioni relative al temporaneo mancato pagamento di un mutuo, ed è stata respinta perché il mantenimento di questa informazione, con riferimenti specifici al debitore, è stata ritenuta funzionale al rispetto di quanto prevede la legge, e in particolare l’articolo 2818 del Codice civile, in materia di certezza degli scambi e delle attività economiche.
“Il ragionamento della Corte - si legge su Wired - è utile anche e soprattutto per il mondo dei media e dell’informazione. Innanzitutto (ma su questo la Corte non si è pronunciata) bisogna dire che ‘dato personale’ è diverso da ‘notizia’. Se si può concepire il diritto a cancellare uno specifico dato, non è minimamente accettabile che vengano eliminate delle notizie in quanto tali. Tanto è vero questo, che lo stesso Regolamento sulla protezione dei dati personali include anche il diritto di informazione e la libertà di espressione fra le eccezioni all’esercizio dalle richieste di cancellazione. Dunque, la Corte ha correttamente limitato la possibilità di esercitare il diritto di ottenere la cancellazione di dati. Ha evidenziato, infatti, che il diritto alla cancellazione cede il passo di fronte a una norma di legge o a un diritto fondamentale.”
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