Diritto all’oblio: le nuove prospettive
Commentando la recente sentenza della Corte di Giustizia Europea e un altro pronunciamento in materia di diritto all’oblio, Luigi Padovan ha pubblicato l’articolo Diritto all’oblio, depotenziato dopo le sentenze su Google: ecco come su Agenda Digitale. Di seguito il passaggio dell’articolo che riassume i contenuti delle due sentenze:
La prima sentenza (causa C-136/17), afferma tra le altre cose che tale diritto può essere rimesso in discussione a seconda della natura dell’informazione di cui trattasi e dell’interesse del pubblico a disporre di tale informazione, variabile in base al ruolo che tale persona riveste nella vita pubblica. La sentenza sembra voler attribuire al gestore di un motore di ricerca la facoltà di verificare in autonomia, e decidere di conseguenza, prima di operare una deindicizzazione o meno, se l’inserimento del link contestato nell’elenco dei risultati si riveli strettamente necessario per proteggere la libertà di informazione degli utenti di Internet potenzialmente interessati ad avere accesso a tale pagina.
La seconda sentenza (causa C-507/17) ha invece riguardato il rifiuto, sempre da parte di Google, di procedere alla deindicizzazione di vari link che rinviavano a pagine Internet pubblicate da terzi. Ebbene, in quest’ultimo caso, la Corte ha affermato che non sussiste, per il gestore di un motore di ricerca che accoglie una richiesta di deindicizzazione presentata dall’interessato, un obbligo, derivante dal diritto dell’Unione, di effettuare tale deindicizzazione su tutte le versioni del suo motore (nel mondo)...