Dolcetto, scherzetto e selfie
Dal 1976, l’American Folklife Center è impegnato in attività di documentazione dei fenomeni di folklore che riguardano le varie comunità etniche e sociali degli Stati Uniti. Il centro fa capo alla Library of Congress e ultimamente ricorre sempre più spesso ai media digitali per proseguire e ampliare la propria missione. È proprio in questo ambito che rientra il progetto #FolklifeHalloween2014, col quale si punta ad una sorta di racconto collettivo e in real time di come si celebreranno Halloween e il Giorno dei Morti nei vari angoli del Paese.
Chiunque può partecipare all’iniziativa. Per farlo basta pubblicare foto di banchetti, riti religiosi, mascherate o altre iniziative su Flickr, corredandole con il tag di riferimento, rilasciandole con licenza Creative Commons, e inserendo brevi descrizioni relative alla location, all’autore e all’oggetto dello scatto. Quello cui si punta, e a giudicare dalle circa 300 foto già condivise on line si può dire che l’obiettivo in parte è già stato raggiunto, è rendere conto della estrema varietà di pratiche e comportamenti con i quali si celebrano queste giornate negli Stati Uniti. I promotori hanno anche intenzione di selezionare alcune delle foto più rappresentative e pubblicarle successivamente sul blog Folklife Today. Soprattutto, considerano l’iniziativa come un primo esperimento da replicare e arricchire in futuro, qualora avesse successo, per collezionare materiali on line e documentare altre festività o tematiche chiave, dando voce, o sarebbe meglio dire meglio sguardo in prima persona, ai protagonisti di questi momenti.
Presentando l'iniziativa sul sul blog The Signal della Library Of Congress, l'esperto di conservazione digitale Trevor Owens scrive quanto segue:
Al di là dei contenuti ludici e divertenti del progetto (è pur sempre Halloween), sono interessato a capire se e quanto possa rappresentare una nuova modalità per la raccolta di documenti che attengono al nostro contemporaneo. Penso ci sia del potenziale per iniziative di questo tipo, che sono in sintonia ad esempio col progetto Rapid response collecting del Victoria and Albert Museum, così come coi moderni concetti di autorità storica condivisa e partecipazione pubblica nella creazione delle collezioni.
Non siamo ancora in grado di capire come andrà a finire questo esperimento, ma già si intuisce che esperienze del genere possono essere molto utili alle istituzioni culturali interessate a lavorare con le comunità di persone per documentare, interpretare e condividere fenomeni di interesse storico e sociale.
Ne approfitto anche per ringraziare Adriel Luis che ha condiviso con noi quanto appreso lavorando al progetto di documentazione Day in the Life of Asian Pacific American, promosso per conto dell’Asian Pacific American Center.