Germania, un puzzle digitale ricostruisce gli archivi della Stasi
La distruzione dell’immenso archivio cartaceo raccolto a partire dal 1959, si legge su il Post, avvenne solo in parte. I dossier furono strappati e raccolti nei sacchi di plastica, ma la polizia segreta non fece in tempo a trasportarli nel luogo in cui avrebbero dovuto essere bruciati.
Caduto il Muro, il nuovo governo tedesco si trovo perciò in possesso di un immenso patrimonio frutto di decenni di sistematico spionaggio dell’intera popolazione (“la DDR aveva organizzato forse il più perfetto stato di sorveglianza di tutti i tempi”, scrive Il Post in proposito), ma di fatto inutilizzabile perché, stime alla mano, la ricostruzione dei documenti e la creazione di un archivio destinato a rendere giustizia alle vittime della dittatura avrebbe richiesto circa 400 anni.
Nel 2007 però, un gruppo di scienziati ha cominciato a ragionare sulla soluzione che sta ora riportando in vita, in formato digitale, questo enorme deposito di informazioni a testimonianza di una intera epoca storica:
“Nel maggio 2007 – recita l’articolo de Il Post – un gruppo di scienziati informatici dell’istituto Fraunhofer di Berlino ha però annunciato di aver completato un sistema digitale in grado di ricomporre i frammenti strappati. Bertrand Nickolay, coordinatore dell’iniziativa… ha inviato una lettera al capo della BSTU (la commissione federale per i documenti segreti) offrendo il suo aiuto. La BSTU ha indetto un concorso: su 20 progetti presentati ha vinto Nickolay ottenendo una sovvenzione.Il software creato da Nickolay si chiama E-Puzzler e si basa sulla creazione di un’immagine grazie alla digitalizzazione dei vari frammenti”