Gif animate e colori sgargianti, l’infanzia di Internet rivive in un blog
Geocities fu fondato nel 1995 da due imprenditori californiani, e scrive Pietro Minto su Rvisita Studio, nel giro di quattro anni divenne il terzo sito più visitato al mondo. Il portale fu uno dei primi, e sicuramente il più popolare in quegli anni, a permettere la realizzazione di home page personali. Veri e propri blog o profili social in embrione, che per l’approccio naif il giornalista paragona alle foto che ognuno di noi tende a seppellire in qualche cassetto, per dimenticare imbarazzanti acconciature o vestiti sfoggiati in un passato neanche troppo lontano, ma distante anni luce dal nostro look attuale.
Con Internet però, ammonisce Minto, dimenticare diventa più complicato, specie se qualcuno decide di archiviare da qualche parte quanto prodotto e condiviso on line in un determinato momento. Con Geocities è accaduto proprio qualcosa del genere, ed è proprio a partire dall’esistenza di un archivio quasi completo delle pagine pubblicate sul portale che è nato il blog presentato nell’articolo.
“Nel 2009 Yahoo!, che aveva acquisito il portale una decina d’anni prima (probabilmente condannandolo alla fine con il suo temuto bacio della morte), chiuse Geocities, ormai inutilizzato, permettendo a molti utenti internet di fare un bel sospiro di sollievo: finalmente quella mia pagina dedicata a Dragon Ballscomparirà e io non dovrò più preoccuparmene. Illusi.
A ritirare fuori gli scheletri pixellati dagli armadi di migliaia di persone ci hanno pernsato Olia Lialina e Dragan Espenschied, una coppia di artisti statunitensi autori di un bizzarro volume chiamato Digital Folklore e amanti del lato vintage del web. Il 26 ottobre 2009 Geocities moriva. Il 26 ottobre 2010 i due cominciarono a scaricare un file torrent da 2 terabyte (link The Pirate Bay), l’archivio quasi-completo di tutti i siti Geocities recuperati nel frattempo dal team di Archive Team, che si occupa di difendere e salvare la nostra «eredità digitale». Un file da 2 TB è molto, molto grande. Ma Olia e Dragan erano attrezzati: avevano appena comprato un hard disk da 2 TB. Così hanno proceduto al download. E hanno aspettato.
Hanno finito di scaricarlo il 25 aprile 2011. Aperto il file, i due si sono ritrovati in un’altra dimensione, in una soffitta abbandonata in cui una vecchia zia misteriosa aveva accumulato i ricordi di gioventù e vecchie foto di mamma e papà. Un mondo così diverso, assurdo, inguenuo, improbabile. Puro camp. Che fare con questo oceano di immagini? Un tumblr, ovviamente. Così nacque One Terabyte of Kilobyte Age a cui è associato un blog che funge da diario di bordo per questo enorme sbobinamento. Da allora, giorno dopo giorno pubblicano reperti dalla preistoria del web...”.