I rischi sulla veridicità delle memorie fotografiche derivanti dalle tecnologie di intelligenza artificiale

Un articolo pubblicato su il Post formula una riflessione sul modo in cui la creazione e la conservazione dei ricordi di famiglia può essere stravolta dalla crescente diffusione delle funzioni di fotoritocco automatico negli smartphone

“I nuovi software di fotoritocco cambieranno i ricordi di famiglia?”. È questa la domanda con la quale un articolo pubblicato da Il Post si interroga su se e quanto la sempre maggiore diffusione delle tecnologie di intelligenza di artificiale per la correzione automatica delle foto scattate con gli smartphone possa impattare sul modo in cui creiamo e tramandiamo nel tempo testimonianze e memorie visive del nostro vissuto.

L’articolo prende spunto dalle recenti introduzioni di nuovi funzioni di fotoritocco, basate su tecnologie di machine learning, attraverso le quali alcuni difetti ed errori particolarmente ricorrenti nell’esecuzione degli scatti, quali ad esempio gli occhi chiusi o le smorfie di alcuni dei soggetti ritratti, vengono corretti in automatico. In alcuni casi, le nuove tecnologie introdotte permettono di modificare particolari decisamente più rilevanti, eliminando ad esempio la presenza di persone e oggetti da un’inquadratura, utile per rendere l’idea di avere visitato in solitudine un monumento o un luogo molto affollato, o ancora sostituendo sfondi prosaici, come un cielo uggioso, con immagini ad alto impatto scenico, quale potrebbe essere un tramonto molto suggestivo.

Nella riflessione si riconosce che il fotoritocco è già da anni una pratica ampiamente diffusa grazie all’utilizzo dei software di editing come Photoshop, ma che mentre questi ultimi sono tendenzialmente appannaggio dei professionisti, o comunque di persone in possesso di nozioni specifiche per il loro utilizzo, con l’avvento della funzioni di intelligenza artificiale incorporate nelle fotocamere degli smartphone, questa pratica tende a farsi molto più pervasiva. E al tempo stesso, essendo spesso eseguita  in automatico, anche non direttamente gestita da parte delle persone che utilizzano tali strumenti per scattare foto e ricordi.

Questi importanti cambiamenti pongono problemi relativi alla effettiva veridicità degli scatti, già da tempo evidenziati e discussi da quanti temono che le tecnologie di intelligenza artificiale possano facilitare il compito di chi sia interessato a mettere in atto attività di manipolazione e disinformazione. 

L’articolo fa notare però che, accanto a questo dibattito, nell’ultimo periodo c’è chi sta sollevando ulteriori riflessioni critiche sull’impatto che tali pratiche possono avere sulla creazione e la conservazione delle memorie fotografiche a carattere privato e familiare. “Sul Wall Street Journal - si legge a tale proposito - la giornalista Nicole Nguyen si  è interrogata sul possibile effetto che questi software avranno sulle foto di famiglia, scattate per ricordare e preservare uno specifico istante.

«Puoi avere la foto di un magico momento al mare, poco prima del tramonto, in cui tutti sorridono, nessun volto è sfocato, e sullo sfondo non c’è nessun altro. Una foto perfetta da mettere sopra il camino», scrive Nguyen. «Ma quel momento non sarà mai accaduto: in realtà la foto sarà stata scattata a mezzogiorno, sullo sfondo ci saranno stati degli sconosciuti a caso, e non ci sarà stato un solo scatto in cui tutta la famiglia sorrideva e guardava la telecamera. Passeremo dal fotoritocco alla manipolazione delle foto»”.

Se queste foto hanno una grande importanza sentimentale per chi le ha scattate e i suoi cari - continua l’articolo in un passaggio successivo - hanno anche un certo valore storico e sociologico: negli ultimi anni sia all’estero che in Italia sono per esempio nati vari progetti che raccolgono vecchie foto e video di famiglia proprio per permettere di ricostruire storie e contesti sociali passati. Per questo c’è chi teme che le fotografie manipolate con questi software possano avere conseguenze inattese per le foto di famiglia, per quanto riguarda il tramandare sia i ricordi condivisi, sia il contesto esatto in cui le foto sono state scattate”.

Leggi l’articolo integrale su Il Post

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ultima modifica 2023-10-25T12:24:15+02:00
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