Il regalo del CERN: per i 20 anni del web di nuovo on line la prima pagina
Alla celebrazione del ventennale del web dedica un articolo, tra gli altri, Repubblica. Nel testo si ricorda che il 30 aprile di 20 anni fa il centro di ricerca ginevrino decise di rendere gratuitamente disponibile la tecnologia messa a punto per navigare tra le reti di computer, al fin di accedere a informazioni, documenti e altri tipi di dati multimediali. “Da quel progetto fatto di software, linguaggi e protocolli di comunicazione – si legge nel testo – nacque il Web come lo conosciamo oggi”.
“Per celebrare la giornata – prosegue la news – ed evitare che l’ispirazione di quei giorni scompaia dalla memoria, il CERN ha lanciato il progetto ‘First Website’ che ha lo scopo di preservare tutti gli elementi digitali che hanno concorso alla formazione del primo Web: il computer utilizzato per ospitare il sito, il software che si usava allora per navigare tra le pagine, l'indirizzo IP del primo server, il programma per creare pagine web e tutto ciò che serva a ricreare lo spirito di quei primi anni.
Il primo passo compiuto dal progetto è stata la ripubblicazione, allo stesso indirizzo utilizzato venti anni fa, del primo sito progettato e pubblicato dal team di Tim Berners-Lee (il gruppo W3). Digitando sul browser l'indirizzo http://info.cern.ch si può fare un salto nei primi anni ‘90 (la copia pubblicata è del 1992) e navigare la preistoria del Web. Si possono visualizzare le informazioni sul progetto sviluppato al Cern, le tappe della sua storia, informazioni tecniche su come utilizzare il browser.
Tra gli obiettivi di First Website vi è anche quello di rendere disponibili i software con cui si accedeva al Web di allora. Accanto a navigatori che visualizzavano solo documenti testuali, nel 1992 già erano disponibili diversi software in grado di navigare tra documenti che contenevano immagini e che, funzionalità che oggi si è persa, permettevano non solo di leggere documenti, ma anche di scriverli e pubblicarli”.
E se è vero che erano già diversi i software e i sistemi progettati per accedere ai dati e alle informazioni contenuti in rete – tra questi ad esempio Gopher e Wais - a fare davvero la differenza, spiega la pagina del CERN che presenta il progetto di conservazione, furono due aspetti: da un lato la semplicità e immediatezza di utilizzo del web, e dall’altro la decisione estremamente importante di rilasciare gratuitamente tutti gli elementi tecnologici necessari tanto per utilizzarlo, quanto per contribuire a svilupparlo ulteriormente. Leggendo la presentazione del progetto “First Website”, si apprende anche che la prima pagina web messa on line dal CERN era dedicata allo stesso world wide web. Era custodita su un server utilizzato dal fisico Tim Berners-Lee, che coordinava il gruppo di ricerca impegnato su questo progetto, e descriveva i meccanismi di funzionamento basilari del web, spiegando come accedere ai documenti e ai contenuti multimediali pubblicati in rete da altri, ma anche il modo in cui chiunque interessato poteva prendere parte attivamente alla condivisione dei saperi, producendo e pubblicando on line altri contenuti, informazioni e pagine web.
Illustrando questi aspetti, i ricercatori del CERN precisano però che il primissimo sito web costruito nei propri laboratori, e mai divulgato al pubblico, risulta al momento andato perso. È anche per questo motivo, spiega una news pubblicata sul sito dell’emittente ABC, che il progetto “First Website” va inteso come un work in progress, piuttosto che come un lavoro già compiuto. L’obiettivo principale, si legge nell’articolo, è andare ulteriormente a ritroso rispetto alla copia del primo sito web, risalente al 1992, utilizzata per recuperare i file che vengono oggi presentati in rete. “Da qualche parte dovrebbe esistere un disco del 1990 che contiene una copia del primissimo sito web realizzato nei nostri laboratori – ha dichiarato alla testata il web manager del CERN Luke Noyes – qualcuno potrebbe sapere dove si trova, e ci piacerebbe se altri collaborassero con noi per recuperarlo”.
“Noyes spiega che il primo browser era davvero molto sofisticato – prosegue l’articolo – con immagini e caratteristiche che al momento non esistono più, tra cui ad esempio quella di modificare le pagine web utilizzando in pratica gli stessi strumenti necessari alla loro lettura. ‘Ci piacerebbe permettere alle persone di sperimentare nuovamente quelle funzionalità’, afferma. Ma al momento non ha le idee chiare su come si potrà fare per renderlo possibile. A tale proposito, spiega che il CERN sta valutando l’idea di costruire un emulatore, o magari di filmare un processo che permetta di spiegare i meccanismi di funzionamento di quel sistema.
Noyes aggiunge che la scelta di rendere visibile la nascita del web è stata presa anche per enfatizzare gli ideali di apertura e libertà che la ispirarono. ‘Nei primi giorni del web era possibile navigare, recuperare il codice e rielaborarlo in totale autonomia per migliorarlo. E tutti ne abbiamo tratto beneficio’, afferma. Ma non per questo il CERN si fa promotore di specifiche ideologie, aggiunge: ‘vogliamo semplicemente preservare quelle idee di apertura e libertà che ci permisero di collaborare per costruire assieme’. Altri sistemi di condivisione delle informazioni che prevedevano dei meccanismi di pagamento, come ad esempio il Gopher messo a punto dalla University of Minnesota, conclude Noyes, sono stati semplicemente cancellati dalla storia”.