Interoperabilità e protocollo informatico: l’importanza di uno standard unico per le PA

Senza indicazioni di uniformazione in materia, scrive Patrizia Saggini su Agenda Digitale, si corre il rischio di una proliferazione dei sistemi proprietari con conseguente aumento delle spese a carico dei Comuni

Senza uno standard unico in materia di interoperabilità e protocollo informatico nelle PA, si rischia il caos. È  questa la tesi di Patrizia Saggini, autrice di un approfondimento che porta proprio questo titolo pubblicato su Agenda Digitale, con il quale si sostiene che in mancanza di un intervento di uniformazione in materia, lo scenario all’orizzonte è quello la proliferare dei sistemi proprietari, con conseguente aumento delle spese a carico dei Comuni. Nell’introduzione, l’esperta scrive quanto segue:

“Il Dipartimento per la trasformazione digitale, dopo un confronto con ANCI, ha reso disponibile una serie di suggerimenti per i Comuni che intendono pubblicare API sulla Piattaforma Digitale Nazionale Dati (o PDND, strumento realizzato e gestito da pagoPA per conto del Dipartimento per la Trasformazione Digitale che ha l’obiettivo di valorizzare il capitale informativo della PA secondo il principio once only, in base al quale ogni persona dovrebbe poter fornire una sola volta i propri dati alla PA), usufruendo dei fondi messi a disposizione dal PNRR (Avviso Pubblico 1.3.1), con l’indicazione di ipotesi di e-service da pubblicare su PDND.

Ma non mancano i problemi relativi, per quanto andremo a analizzare, alla mancanza di uno standard unico per il Protocollo informatico”.

A seguire, l’approfondimento affronta la tematica toccando i seguenti aspetti:

  • I casi d’uso
  • Scambio di documenti protocollati tra Pubbliche Amministrazioni
  • Protocollazione delle istanze presentate attraverso portali online
  • Conclusioni

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