Lettere, foto e cimeli, le memorie di famiglia si fanno digitali
Il servizio fornito dalla società americana - PeggyBank il suo nome – è stato di recente oggetto di attenzione del Wall Street Journal. Le persone interessate, si legge nell’articolo, possono contattare la piccola impresa e inviare loro vecchie foto, diapositive, filmati amatoriali, cassette audio e tutti gli altri contenuti che intendono salvare e successivamente conservare in digitale. Questo avviene con la creazione di quello che l’azienda definisce un “caveau on line”, al quale gli utenti possono accedere per visualizzare i propri ricordi in digitale e, volendolo, condividerli sui principali social media.
Rispetto ad altri servizi di questo tipo, quello offerto da PeggyBank si caratterizza secondo il recensore per l’attenzione particolare posta alla conservazione on line dei dati. Pagando un extra rispetto alle tariffe standard, gli utenti possono anche chiedere di riceverli su dvd o memorie flash, ma è chiaro che il vero valore aggiunto sta nel caveau on line. Quest’ultimo, a detta dell’autore, ha senza dubbio qualche difetto di usabilità, ma in ogni caso sembra valere assolutamente il prezzo del servizio.
Qualcosa di concettualmente simile, anche se in questo caso si tratta di un progetto no profit, viene promosso un po’ più a nord, a King, una piccola città nella provincia canadese dell’Ontario. L’iniziativa, pubblicizzata di recente dalla testata locale King Sentinel, è promossa dall’archivio cittadino e consiste in una vera e propria chiamata a raccolta dei residenti per la digitalizzazione e la conservazione delle proprie memorie personali e familiari. Anche in questo caso il lavoro si concentra in particolar modo su lettere, foto, documenti, cartoline e tutti gli altri tipi di materiali che di solito una famiglia tende a custodire, e lo scopo dell’archivio è quello di ricostruire la storia con la s minuscola della cittadina, come un vero e proprio puzzle composto di tanti piccoli, significativi tasselli.
Presentando il progetto e i suoi obiettivi, l’articolo non manca di sottolineare le prime significative soddisfazioni per i volontari che collaborano alla sua realizzazione. La collezione delle fonti e dei documenti on line ha infatti reso molto più facile la ricostruzione delle genealogie e delle storie familiari, e l’archivio è riuscito di recente a rispondere a richieste in tal senso provenienti anche da anche da Paesi molto lontani come la Nuova Zelanda e il Regno Unito.