Principio di provenienza ed età degli archivi: due nuove “lezioni di archivistica non ortodossa”

Gianni Penzo Doria e Maria Isabella Costadura completano il trittico di approfondimento sulle tematiche dell’archivistica, pubblicati su Filodiritto nell’ambito di una rubrica a cura del progetto Procedamus

Dopo l’uscita dell’articolo “L’entanglement archivistico e la scienza del contesto”, a firma di Gianni Penzo Doria, su Filodiritto sono stati pubblicati gli altri due approfondimenti del trittico “Tre lezioni di archivistica non ortodossa”,  realizzati nell’ambito di una rubrica curata dal progetto Procedamus. Il secondo articolo, intitolato “Il principio di provenienza”, è nuovamente firmato da Gianni Penzo Doria. Il terzo, “Le tre età degli archivi”, è un contributo di Maria Isabella Costadura.

Il primo dei due articoli è dedicato al principio di provenienza in archivistica, concetto che Gianni Penzo Doria invita a distinguere da quello di vincolo, pur riconoscendo un forte apparentamento tra di essi. L’esperto spiega che, mentre il vincolo regola le relazioni tra i documenti all’interno dell’archivio, la provenienza riguarda il legame tra un archivio e il suo soggetto produttore. Nel prosieguo della trattazione, sottolinea l’importanza di rispettare il più possibile tale legame -in linea con i dettami della tradizione archivistica francese, più rigida a riguardo rispetto a quelle italiana e tedesca - mantenendo gli archivi nella loro struttura originaria, ed evitando mescolanze tra fondi diversi. Penzo Doria fa diversi esempi di archivi aggregati, precisando che di norma si formano nel momento in cui avvengono trasformazioni o fusioni organizzative, e sostiene la necessità di mantenere comunque la separazione degli archivi preesistenti, per evitare commistioni generatrici di ambiguità, fino ad arrivare a quelli che definisce veri e propri “abomini documentali”.

Nell’ultimo articolo del trittico,  Maria Isabella Costadura sottolinea la necessità di gestire attentamente gli archivi in ognuna delle loro “età”, da quella di archivio corrente, passando per la fase di archivio di deposito, fino alla creazione dell’archivio storico. Nella prima fase, afferma l’autrice, occorre fare in modo che i documenti, siano essi fisici o digitali, non si accumulino in modo caotico a causa di una eccessiva disorganizzazione, come quella derivante ad esempio dal loro salvataggio con nomi poco significativi, pena la l’insorgere di difficoltà nel loro recupero. Lo stesso principio deve essere rispettato anche nella fase di gestione dell’archivio di deposito, che viene paragonato a una dispensa o a un magazzino. Infine, parlando dell’archivio storico, la Costadura sottolinea l’importanza di considerarlo come il cassetto della memoria in cui depositare fondamentali tracce del presente. Quelle che oggi sembrano cose banali e ordinarie, è la sua tesi, domani saranno storia, o quantomeno cronaca di come si facevano le cose nella nostra epoca. E per questo motivo gli archivisti sono chiamati al fondamentale compito di garantire l’accesso e la leggibilità delle informazioni riguardanti questi aspetti, alle generazioni future.

Leggi l’articolo “Tre lezioni di archivistica non ortodossa -  Il principio di provenienza”

Leggi l’articolo “Tre lezioni di archivistica non ortodossa -  Le tre età degli archivi”

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ultima modifica 2025-04-02T13:18:57+02:00
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