Responsabili Transizione Digitale e aziende sanitarie
Introducendo le tematiche che saranno approfondite in occasione di un workshop promosso nell’ambito del contenitore Forum PA Sanità, in svolgimento a Roma il 29 e 30 ottobre, sul sito della rassegna è stato pubblicato un articolo sul ruolo del Responsabile della Transizione Digitale nelle Aziende sanitarie, a firma di Marco Paparella, Simona Solvi e Martina Leoni.
L’articolo descrive le principali funzioni e responsabilità in capo alla nuova figura del Responsabile della Transizione Digitale (RTD), istituita come obbligatoria per tutte le pubbliche amministrazioni dall’articolo 17 del Codice dell’Amministrazione Digitale, e quindi esamina il particolare impatto che tale professionalità potrebbe avere in ambito sanitario.
Nell’ambito della sanità pubblica - si legge a riguardo - il ruolo e i compiti del RTD assumono ancora più rilevanza se si pensa alla sfida oggi in atto per la sostenibilità del SSN: l’invecchiamento della popolazione, l’aumento delle patologie croniche legato anche a stili di vita scorretti e le limitate risorse economiche e umane mettono sotto pressione il sistema sanitario italiano, imponendo un cambiamento che deve concretizzarsi in migliori servizi sanitari per gli assistiti, maggiore efficienza dell’assistenza medica da parte dei professionisti e razionalizzazione delle risorse economiche. In questo contesto, l’innovazione digitale può essere la soluzione per vincere la sfida della sostenibilità, ma solo se inserita all’interno di una strategia globale e integrata di sanità digitale adeguatamente pianificata, progettata, coordinata e monitorata, per valutare gli effettivi benefici per l’organizzazione e per i cittadini che fruiscono dei servizi.
Il RTD e il suo ufficio hanno quindi un ruolo fondamentale all’interno degli enti del SSN, in particolare nelle Aziende che offrono servizi di assistenza e cura per i cittadini (ASL, AO, IRCCS): devono coordinare il disegno strategico di innovazione digitale aziendale, progettare i nuovi servizi in coerenza con l’organizzazione aziendale, tenendo in considerazione tutti gli aspetti legati alla sicurezza informatica e all’accessibilità dei soggetti con disabilità, dargli attuazione e monitorare costantemente i risultati dei progetti di innovazione.
Nella parte conclusiva, l’articolo cita i risultati di una ricerca del Politecnico di Milano dai quali si evince che ad oggi - nonostante la Circolare con la quale lo scorso anno il Ministro della PA invitava le amministrazioni inadempienti a nominare l’RTD - lo stato dell’arte in ambito sanitario sia ancora poco incoraggiante. Non solo metà delle aziende sanitarie non ha ancora effettuato la nomina, ma anche dove ciò è avvenuto, in gran parte dei casi ci si è limitati ad affidare formalmente l’incarico ai direttori informatici già in servizio, senza accompagnare a tale passaggio burocratico una reale riconfigurazione dei loro compiti e ambiti di intervento.