Ruanda, gli archivi del genocidio in via di digitalizzazione

Gli archivi dei tribunali Gacaca, in Ruanda, contengono una sterminata mole di manoscritti, ma anche di materiali audiovisivi, accumulati dal 2002 al 2012 come documentazione da utilizzare nei processi contro i responsabili del genocidio ai danni della popolazione di etnia Tutsi, risalente al 1994. I processi hanno coinvolto più di un milione di persone e gli atti che li riguardano sono considerati ad alto rischio di perdita, sia per la condizioni di conservazione, non sempre ottimali, sia perché sono già stati molti i tentativi di distruzione di queste fonti da parte di persone contrarie alla loro preservazione.

La situazione è talmente delicata che gli archivi sono costantemente presidiati dalle forze di polizia locale, ed è proprio per fare fronte a questo stato di minaccia che il governo ruandese ha pianificato da tempo la digitalizzazione dell’intero patrimonio documentale custodito nei tribunali.

Alle fine del 2014, il sito di informazione ruandese The New Times diede notizia dell’avvio di una roadmap per l’avvio del progetto. A poco meno di un anno di distanza da allora, la Commissione nazionale ruandese per la lotta al genocidio (CNLG) ha annunciato che la digitalizzazione dei documenti è ormai prossima all’avvio.

Per realizzare l’operazione sono già stati stanziati dei fondi e individuati dei professionisti, e nelle scorse settimane si è discusso proprio di come impiegare gli uni e gli altri per avviare il programma. Fondamentale sarà anche il contributo di varie istituzioni e organizzazioni straniere, tra cui ad esempio il governo del Belgio, che ha stanziato parte dei fondi necessari per l’acquisto di attrezzature da utilizzare nella prima fase del programma di digitalizzazione.

“Si tratta della nostra storia – ha dichiarato un Ministro ruandese presentandone gli obiettivi – e dobbiamo assolutamente consegnarla alle generazioni future”.