Storage, dopo i ghiacci gli oceani

La Microsoft ha attivato un data center di piccole dimensioni sui fondali al largo delle isole Orcadi. L’esperimento è promosso con lo scopo di abbattere le spese di raffreddamento delle infrastrutture

Dopo i ghiacci e lo spazio, un nuovo scenario futuribile per lo storage potrebbero essere gli oceani. Su questa ipotesi sta lavorando la Microsoft, che nell'ambito dell'iniziativa ribattezzata Project Natick, ha appena inabissato un data center nei pressi delle isole Orcadi, situate a nord est della Scozia.

L’infrastruttura è abbastanza piccola rispetto ai grandi centri nevralgici che immagazzinano la gran parte dell’informazione digitale mondiale: appena 12 rack di server, comunque sufficienti per custodire oltre cinque milioni di film. La loro importanza però è inversamente proporzionale alle dimensioni: a seconda di come si manterranno da qui ai prossimi 5 anni, si sceglierà se proseguire o meno lungo questo percorso.

Già 3 anni fa la Microsoft aveva effettuato una prima esperienza in tal senso, seppure di minore entità, mossa dall’idea che nei fondali degli oceani si possano abbattere significativamente le spese di raffreddamento dei data center, da sempre tra le principali voci di costo. Non solo: i promotori del progetto hanno spiegato che, in mancanza di persone all’interno delle strutture è anche possibile eliminare tutto l’ossigeno e gran parte del vapore acqueo, tra le principali cause di quei fenomeni di corrosione che rappresentano un’altra grande minaccia per queste infrastrutture.

I data center saranno in connessione costante con la terraferma tramite dei cavi sottomarini. Tutto ciò a meno che non avvengano guasti ai server. In tal caso non è contemplata alcuna possibilità di ripararli.

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ultima modifica 2022-09-09T10:08:45+01:00
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