Strumento pubblico di ricerca documentale: funzioni e stato dell’arte

Nelle intenzioni del legislatore, scrivono Marco Deligios, Rachele Forner e Andrea Tironi su Agenda Digitale, lo strumento introdotto dall’articolo 40-ter del CAD non nasce come enorme repository, quanto come volano all’interoperabilità per la gestione di tutti i documenti pubblici

“Non un enorme repository, ma un sistema interoperabile per la gestione di tutti i documenti della PA”. È questa la descrizione sintetica che Marco Deligios, Rachele Forner e Andrea Tironi formulano del Sistema pubblico di rcerca documentale, strumento introdotto dall’articolo 40-ter del Codice dell’amministrazione digitale, firmando un approfondimento dedicato al suo funzionamento e stato dell’arte pubblicato sur Agenda Digitale.

Il sistema, spiegano gli esperti in apertura, è stato istituito allo scopo di consentire la ricerca dei documenti soggetti a obblighi di pubblicità legale, trasparenza o a registrazione di protocollo e dei fascicoli dei procedimenti, nonché la loro consultazione in accesso online. E nelle intenzioni del legislatore, precisano, più che come una banca dati centralizzata di dimensioni gigantesche, è stato concepito come soluzione in grado di  favorire l’interoperabilità dei sistemi di gestione informatica dei documenti di tutte le pubbliche amministrazioni. 

Partendo da tali premesse, gli autori dell’articolo esplorano i seguenti argomenti:

  • Sistema pubblico di ricerca documentale, cosa prevede
  • L’iniziativa: Pa Docs
  • Lo standard URN:LEX
  • Il risolutore di URN
  • Conclusione.

Leggi l’approfondimento su Agenda Digitale

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ultima modifica 2024-09-16T11:49:04+02:00
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