UE Digital Identity Wallet: finalità e caratteristiche
Commentando su Agenda Digitale lo stato di avanzamento del percorso per l’approvazione del nuovo Regolamento europeo in materia di identificazione elettronica e servizi fiduciari (eIDAS), Giovanni Manca ha pubblicato due approfondimenti sullo strumento dell’UE Digital Identity Wallet, definito come il “un mezzo di identificazione elettronica, che archivia, gestisce e convalida in modo sicuro i dati di identità e l’attestazione elettronica degli attributi, per fornirli alle terze parti e ad altri utenti EDIW su richiesta, e consente la creazione di firme e sigilli elettronici qualificati.”
Nel primo articolo, l’esperto inquadra la tematica definendo le finalità del nuovo strumento alla luce dei cambiamenti normativi all’orizzonte. Con il secondo, prosegue l’approfondimento descrivendo i dettagli operativi che regoleranno il funzionamento del wallet, con cenni anche agli standard tecnici di riferimeto.
“In questo nuovo quadro per l’identità digitale - scrive l’esperto in apertura del primo articolo - l’utente, che adotta volontariamente il wallet/portafoglio, si identifica e si autentica ai servizi in rete senza intermediari commerciali, elemento che suscita preoccupazioni in materia di fiducia, sicurezza e protezione dei dati personali. Le regole consolidate approvate dalla Commissione ITRE (ma in pratica, con ampia probabilità dal Parlamento) propongono di rendere il portafoglio europeo di identità digitale uno strumento atto a leggere e verificare documenti elettronici (come la nostra Carta di Identità Elettronica – CIE) e consentire transazioni peer-to-peer con misure importanti per rafforzare la protezione dei dati personali e la sicurezza informatica. Lo scenario approvato prevede anche le registrazione delle transazioni per garantire che le terze parti siano ritenute responsabili.
Un elemento importante, lo ribadiamo, è che l’utilizzo del wallet/portafoglio è volontario. Le persone che non vogliono adottarlo devono avere un trattamento uguale a coloro che, invece, intendono farlo.
Lo schema proposto richiede che lo Stato membro provveda a notificare almeno un wallet/portafoglio nel contesto di uno schema nazionale di identificazione elettronica che è interoperabile a livello comunitario perché conforme alle regole dell’ Architecture Reference Framework (ARF) appena pubblicato nella versione 1.0.”
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