Un approfondimento sulle notifiche degli atti giudiziari via NFT

Su Agenda Digitale, un approfondimento a firma di Gianluca Albè e Federica Bottini illustra gli orientamenti di due recenti provvedimenti da parte della Corte Suprema dello Stato di New York e dell’Alta Corte di Inghilterra e Galles in materia di notifica degli atti giudiziari attraverso la tecnologia degli NFT, acronimo della formual Not Fungible Tokens, con la quale si fa riferimento a token digitali utilizzabili come 'atto di proprietà, e certificato di autenticità, scritti su catena di blocchi, di beni unici, digitali o fisici, che, in quanto non fungibili, a differenza di tecnologie affini come le criptovalute, non sono reciprocamente intercambiabili.

Nell’introduzione dell’articolo, si legge quanto segue: “L’aumento dei reati commessi servendosi delle nuove tecnologie implica anche un progressivo incremento dei casi sottoposti all’autorità giudiziaria vertenti questioni non solo ancora oggi poco disciplinate, ma anche di difficile qualificazione e inquadramento dal punto di vista giuridico. Da un esame di alcune recenti pronunce è possibile osservare come la stessa attività giudiziaria sia chiamata a confrontarsi con le innovazioni tecnologiche. Infatti, da un lato, trattare temi quali blockchain, criptovalute e token richiede specifiche competenze, sollecitando l’ausilio di consulenti tecnici, dall’altro, in alcuni ordinamenti si è assistito ad una digitalizzazione delle attività processuali. I casi di un’ordinanza della Corte Suprema dello Stato di New York e di un provvedimento dell’Alta Corte di Inghilterra e Galles permettono di riflettere sulla possibilità di notificare gli atti giudiziari attraverso NFT”.

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