“Gli eroi dietro gli eroi”: online gli audio dell’Apollo 11
Più di 19.000 ore comunicazioni audio tra gli astronauti della missione Apollo 11, che il 20 luglio del 1969 portò per la prima volta l’uomo sulla Luna, e i tecnici della NASA che li assistettero dalla Terra, sono state digitalizzate e pubblicate online. Nella loro interezza sull’Internet Archive, e in una selezione che raccoglie alcuni dei frammenti più significativi sul sito Explore Apollo. La pubblicazione arriva in previsione del cinquantennale della missione, che cade il prossimo anno, ed è frutto di un progetto durato cinque anni.
Inizialmente, l’idea di reperire e riutilizzare questi materiali non aveva finalità di tipo archivistico e divulgativo. Un team della NASA, supportato da alcune università statunitensi, era impegnato nello sviluppo di nuovi strumenti a supporto di gruppi di lavoro coinvolti in progetti particolarmente complessi. Per lo scopo, aveva pensato alle registrazioni audio della missione come una miniera di informazioni particolarmente preziosa cui fare riferimento.
La prima vera difficoltà del progetto è stata il reperimento delle registrazioni: salvate su 30 nastri, erano state inviate ai NARA, gli archivi nazionali degli Stati Uniti, ed è in una loro sede del Maryland che sono state rintracciate, assieme ai nastri delle missioni Apollo 13, Apollo 1 e delle prime Gemini 8. Una volta recuperati, è stato necessario trovare un modo per ascoltarli. All’epoca della loro produzione, l’unico modo di farli funzionare era servendosi di una macchina particolarmente complessa, ribattezzata SoundScriber. La NASA ne aveva realizzato appena due esemplari, ma uno dei due era poi stato smembrato per recuperare pezzi di ricambio da destinare all'altro. Grazie al coinvolgimento di un tecnico ormai in pensione, l'apparecchio "superstite" è stato rimesso in funzione e riadattato di modo da permettere la digitalizzazione dei contenuti.
Dopo questa operazione, per ora compiuta sui soli nastri della missione Apollo 11, i ricercatori hanno lavorato allo sviluppo di software per il riconoscimento vocale che permettessero di individuare le persone coinvolte nelle conversazioni e classificare i loro contenuti per temi e stati d’animo. Considerati lo stato dell’arte in questo particolare ambito della programmazione, e la peculiarità di nastri pieni di lunghi silenzi e rumori di fondo, si è trattato di un lavoro particolarmente oneroso, ulteriormente complicato da un linguaggio pieno di acronimi ed espressioni gergali come quello delle missioni spaziali. Per la sua semplice decodifica, e la fornitura delle necessarie istruzioni ai software di riconoscimento vocale, sono occorsi sei mesi.
Pur non avendo restituito risultati eccellenti, le trascrizioni delle conversazioni ottenute grazie all’impiego di questi materiali sono state ritenute soddisfacenti, sia per gli scopi iniziali del progetto, sia per l’importante appendice archivistica e di divulgazione che ne è discesa. “Pubblicando online le registrazioni originali e le loro trascrizioni - ha affermato l’ingegnere della NASA John Hansen - abbiamo raccontato la storia di eroi che agirono all’ombra di altri eroi”.
Un esempio particolarmente lampante di tutto ciò arriva dall’ascolto delle conversazioni immediatamente successive ai primi passi di Neil Armstrong sulla Luna. Parlando tra loro, i tecnici della NASA si preoccupano del fatto che Armstrong, contrariamente a quanto programmato, non stia raccogliendo campioni di suolo e si chiedono se non sia il caso di ricordargli di farlo, con un messaggio in mondovisione. Quindi risolvono la faccenda con un brillante escamotage: "vediamo che in questo momento stai raccogliendo campioni dal terreno", dicono all'astronauta, ricordandogli così di farlo, senza essere espliciti a riguardo.
Al di là di momenti così peculiari, l’intero corpus delle registrazioni restituisce l’immagine di professionisti estremamente efficienti, ma al tempo stesso anche persone normali. Individui che nelle pause scherzavano tra loro, chiamavano i familiari al telefono per avvertire che avrebbero ritardato e si lamentavano per l’eccessivo lavoro. “Penso che l’Apollo 11 sia uno dei più grandi risultati ingegneristici raggiunti nella storia dell’umanità - ha dichiarato l’ingegnere audio della NASA Greg Wiseman - lo sbarco sulla Luna non è solo l’epopea di Neil Armstrong. Un intero gruppo di lavoro ha lavorato insieme perché potesse compiersi. Queste registrazioni raccontano la storia dal loro punto di vista”.