“The Listening Project”, una nazione al microfono
L’idea è di quelle talmente semplici che nella maggior parte dei casi si fa anche fatica a concepirle. Ma quando avviene e vengono poi messe in pratica, spesso e volentieri lasciano il segno. Ed è quanto sicuramente accaduto nel caso dell’iniziativa “The Listening Project”. In buona sostanza, come si può capire da questo video, si è trattato di una sorta di invito esteso a tutti i cittadini britannici: mettetevi comodi in salotto con un parente, un amico, un conoscente o perché no un estraneo, spegnete qualsiasi oggetto che possa produrre fastidiosi rumori di fondo, e magari davanti ad una buona tazza di tè concedetevi una bella chiacchierata su un argomento a piacere. Non importa che si tratti dei destini del mondo o di banali dettagli quotidiani: conta che se ne parli, e per quanto possibile nella maniera più spontanea e rilassata possibile. Tutto ciò però, senza dimenticare di accendere un microfono e registrare in digitale, utilizzando uno smartphone o qualche altro strumento adatto all’operazione, e caricare successivamente on line l’intera conservazione.
L’invito è stato finora accolto da più di 700 persone e ha portato di recente alla pubblicazione on line di tutte le conversazioni sul sito della British Library, mentre sui canali delle emittenti BBC Radio 4 e BBC local è possibile ascoltare loro estratti all’interno di trasmissioni appositamente dedicate al progetto. Quanto alle motivazioni di fondo, l’idea era e resta quella di raccogliere pensieri, scambi di vista e riflessioni che permettano di fotografare i molteplici stati d’animo di una nazione. Stati d’animo che si vuole mettere immediatamente a disposizione di chiunque interessato, compresi ad esempio i linguisti interessati al modo in cui stanno cambiando la lingua e i dialetti, ma anche tramandare alle generazioni future, puntando su una sorta di storytelling collettivo per raccontare la storia anche “dal basso”, e facendo leva sulle grandi opportunità in termini di produzione, condivisione e archiviazione rese possibili dai media digitali per riuscirci.
Quanto agli esiti, come accennato in apertura, l’idea ha funzionato a dovere. Non solo dal punto di vista numerico per giunta, perché a detta dei promotori dell’iniziativa si è riusciti a raccogliere testimonianze molto diverse da quelle che si è soliti ottenere puntando sui progetti di storia e documentazione orale di stampo tradizionale.
“La maggior parte delle collezioni di questo tipo – spiega in proposito Rob Perks, che per conto della British Library si occupa proprio della cura e della catalogazione delle fonti orali – è ricca di testimonianze di persone anziane intente a tirare le somme sulle proprie esistenze. Le conversazioni del ‘The Listening Project’ sono invece piuttosto differenti: ci dicono molto in merito alle relazioni tra le persone, ai loro legami familiari e di amicizia, e a quello che sta veramente a cuore dei cittadini britannici in questo preciso momento. Ed è specialmente interessante poter ascoltare le voci dei più giovani, perché sono quelle che più spesso mancano nei nostri archivi”.
E di voci “fresche” on line se ne possono ascoltare diverse: c’è anche quella di un bambino di 8 anni, spiega il sito Culture 24, precisando che si tratta del più giovane partecipante al progetto, mentre il più anziano ha 85 anni. Quanto agli argomenti delle chiacchierate, si spazia davvero ovunque: dai rapporti interpersonali ai gusti musicali, senza tralasciare i grandi eventi che hanno segnato destini ed esistenze, quale ad esempio lo sciopero dei minatori del 1984, o i Giochi Olimpici svoltisi lo scorso anno a Londra. Storie che raccontano la storia e possono continuare a farlo. Ancora oggi infatti, chiunque interessato può aderire al progetto e aggiungere il proprio personale tassello a questo suggestivo puzzle fatto di suoni, voci e visioni sul mondo.