Codice Privacy: "il nuovo testo coordinato utile ma da interpretare correttamente"
Su Agenda Digitale, un articolo a firma di Franco Pizzetti commenta la decisione del Garante Privacy di pubblicare un testo coordinato del Codice per la protezione dei dati personali alla luce di quanto disposto con l’emanazione del decreto legislativo n° 101 del 2018, col quale si adegua la normativa nazionale al nuovo quadro comunitario definito con il Regolamento GDPR.
Pizzetti parla di una iniziativa “apprezzabile e potenzialmente utile”, per quanto priva di effetti legali, con la quale si intende offrire uno “strumento di lavoro per gli studiosi”. Nell’articolo, propone due esempi per utilizzare al meglio, e senza equivoci, tale strumento. Il principale, ammonisce, sarebbe quello di utilizzare questo testo come il “contenitore” di tutta la normativa italiana di adeguamento al GDPR.
Si è ritenuto utile - scrive Pizzetti - indicare per ciascuna disposizione del vecchio Codice quali siano quelle abrogate e quali quelle modificate, utilizzando a tal fine anche un diverso colore. Uno strumento, insomma, per aiutare a comprendere più facilmente quali Parti, Titoli, Capi e norme del vecchio Codice siano definitivamente abrogate per effetto dell’art. 27 del d.lvo n.101 del 2018, e quali invece le norme modificate e le innovazioni apportate da questo decreto.
Così presentata, questa iniziativa del Garante Privacy sul Gdpr, è apprezzabile e, se ben capita, può anche essere utile.
Vi è tuttavia il rischio che la pubblicazione sul sito del Garante faccia cadere molti nell’errore di considerare questo testo come il “contenitore” di tutta la normativa italiana di adeguamento al GDPR contenuta nel d.lvo n.101 del 2018. Cosa, questa, che potrebbe avere non poche spiacevoli conseguenze.
È molto importante dunque offrire ai lettori alcuni suggerimenti circa l’uso di questo strumento, insieme ad alcune specificazioni che possono essere utili a chi si occupi della materia.