Le possibilità di utilizzo delle blockchain nelle PA italiane
Per Agenda Digitale l’avvocato Massimilano Nicotra ha pubblicato l’approfondimento “Una PA più trasparente grazie alla Blockchain: ecco gli usi concreti”. “In Italia – si legge nell’abstract – sarebbe utopistico sia anti-storico il pensiero di disintermediare la PA attraverso l’utilizzo di una blockchain completamente distribuita, ma utilizzi in forma autorizzativa o privata potrebbero portare benefici in diversi ambiti. Ecco quali”.
Per comprendere come e quali possano essere i futuri sviluppi della blockchain nella pubblica amministrazione italiana – esordisce Nicotra – è opportuna una riflessione sul ruolo e sulle funzioni che quest’ultima svolge all’interno del nostro ordinamento giuridico.
L’Italia, è noto, è basata sul modello francese, in cui l’autorità amministrativa è espressione della funzione esecutiva ed è chiamata a regolare gran parte della vita dei cittadini, soprattutto e principalmente nel rapporto con le istituzioni.
Immaginare in Italia di poter disintermediare la pubblica amministrazione attraverso l’utilizzo di una blockchain completamente distribuita sarebbe sia utopistico sia anti-storico, essendo costruito il nostro sistema giuridico, a partire dalla Costituzione, su una struttura a base verticistica, che si dirama in pubbliche amministrazioni centrali e locali e che assegna ruoli e compiti specifici a ciascuna di esse (si veda l’art. 117 Cost.).
Tutto ciò non toglie che utilizzi della blockchain, in forma autorizzativa o privata, possano comunque essere ipotizzati, soprattutto nell’ambito della tenuta dei registri pubblici. Se ipotizzassimo di inserire la tecnologia blockchain nell’ambito dei registri catastali ed immobiliari, ad esempio, potremmo ipotizzare un sistema che consenta ai diversi soggetti oggi legittimati (notai, pubblici ufficiali, etc.) di effettuare direttamente delle registrazioni, sotto il controllo del conservatore, con maggior rapidità e sicurezza dei sistemi attualmente utilizzati.
Anche nell’ambito del registro delle imprese vi sarebbero spazi per consentire usi di una blockchain autorizzativa (ad esempio in tema di iscrizione dei passaggi di titolarità delle quote societarie), così come il pubblico registro automobilistico potrebbe essere gestito (in questo caso anche senza forme di controllo eccessivamente autoritative) con tecnologia blockchain…
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Sempre per Agenda Digitale, sullo stesso argomento Massimiliano Nicotra avevamo pubblicato in precedenza l'approfondimento "Blockchain, i tre approcci per governarla (e farci cambiare la vita)"