Un approfondimento sulle novità in materia di diritto all’oblio
Su Altalex, un approfondimento a firma di Laura Biarella presenta le principali novità in materia di tutela diritto all’oblio conseguenti all’approvazione della cosiddetta “riforma Cartabia”, in vigore dallo scorso primo gennaio.
“Il diritto all’oblio - si legge in apertura - è previsto all’articolo 17 del GDPR dove, tecnicamente, è stato appellato ‘diritto alla cancellazione’, così statuendo il diritto soggettivo di ogni cittadino europeo al depennamento dei propri dati dagli archivi di ogni titolare del trattamento, al ricorrere di determinate condizioni.
Dalla vigenza del GDPR è quindi possibile richiedere la rimozione dei propri dati al titolare del trattamento, come ad esempio una testata giornalistica.
Ma sia la Cassazione e che la Corte di Giustizia UE hanno preso atto che non è possibile imporre alle testate giornalistiche la rimozione degli articoli collegati a un nome, bensì la soluzione più agevole è la deindicizzazione della news dai motori di ricerca, con l’effetto che Google, Bing e via dicendo, non dovrebbero fornire più, nell’elenco dei risultati di ricerca, i dati di cui l’interessato abbia richiesto l’oscuramento.
Tuttavia, al fine di ottenere la deindicizzazione, occorre un provvedimento del giudice o dell’Autorità Garante per la protezione dei dati personali.
La riforma della giustizia Cartabia, già vigente, consente che nei tre giorni successivi alla conclusione del processo penale, colui che abbia ottenuto un esito favorevole, potrà chiedere un provvedimento di deindicizzazione dalla Cancelleria del Giudice che ha emanato la sentenza di assoluzione o il decreto di archiviazione.
La nuova formulazione dell’articolo 64ter delle Norme di attuazione, di coordinamento e transitorie del codice di procedura penale, rubricato ‘Diritto all’oblio degli imputati e delle persone sottoposte ad indagini’ ne specifica l’iter e le competenze”.