
È la domanda che si pone Linnet Taylor, esperta di big data e ricercatrice presso l’Oxford Internet Institute, augurandosi che i progetti di archiviazione pubblica del web possano accedere liberamente ai dati e ai contenuti pubblicati in rete
È la domanda che si pone Linnet Taylor, esperta di big data e ricercatrice presso l’Oxford Internet Institute, augurandosi che i progetti di archiviazione pubblica del web possano accedere liberamente ai dati e ai contenuti pubblicati in rete
Il sito Hyperallergic descrive i danni subiti da Eyebeam, organizzazione impegnata nel campo delle arti digitali, a causa della tempesta che ha sconvolto gli Stati Uniti. Nella news, i protagonisti della vicenda sottolineano l’importanza delle strategie di conservazione digitale per scongiurare la perdita di dati e risorse a causa di disastri o altre calamità
Sul blog The Signal, Leigh Anne Ellison presenta le attività e le metodologie del Center for Digital Antiquity, nato per garantire la conservazione digitale nel lungo periodo di documenti e materiali frutto delle ricerche archeologiche
Il Polo Archivistico si presenta on line con una grafica e una organizzazione dei contenuti rinnovati nel rispetto delle linee guida sulla comunicazione web della Regione Emilia-Romagna. In parallelo col restyling del sito la presenza di ParER si estende sui social media con una pagina Facebook, un profilo Twitter e un gruppo di discussione su Linkedin
Il Corriere delle Comunicazioni dedica un approfondimento ai crescenti rischi di perdita dei dati, e conseguentemente della memoria digitale, che caratterizzano il presente. Tra le esperienze e i progetti citati per contrastare questo tipo di problemi figura anche il ParER
Sul blog The Signal della Library Of Congress, Trevor Owens segnala una serie di articoli e approfondimenti sull’argomento. Lo scopo è quello di stimolare ulteriori riflessioni e spunti in materia da parte della comunità degli addetti ai lavori
Sul blog The Signal, Bill LeFurgy si interroga su cosa si intenda precisamente con il concetto di riproduzione fedele dei contenuti. La riflessione prende spunto da un commento negativo sugli e-book da parte di Nicholas Carr, e da una critica a questa posizione formulata successivamente da Kent Anderson
Su Rivista Studio Pietro Minto elenca i nuovi termini, e le incredibili unità di misura che dovrebbero rappresentare, che si sta cercando di proporre per fare i conti con la crescita esponenziale e irrefrenabile dei dati prodotti e conservati sui media digitali
Al tema dedica una riflessione Simone Vettore sul blog Memoria Digitale. Con il diffondersi degli e-book e l’arricchimento multimediale dei libri, l’autore predice tre possibili conseguenze principali per le fonti storiche: la fine del primato di quelle scritte, la possibilità di verificarle immediatamente e la perdita di importanza di quelle di natura ufficiale
Il numero di ottobre del magazine Campus Technology ha intervistato in materia Julie Sweetkind-Singer, assistan director presso i Geospatial, Cartographic and Scientific Data and Services dell’Università di Stanford e direttrice delle Branner Earth Sciences Library and Map Collections
Il tema è oggetto di una riflessione di Bill LeFurgy sul blog dedicato alle tematiche della conservazione digitale della Library of Congress. La tecnologia floppy è morta da un pezzo, spiega l’esperto, ma lunga vita ai singoli dischi che potrebbero contenere materiali di estrema rilevanza, e massimo sforzo per lo sviluppo delle digital forensics, attività fondamentale per il recupero dei dati
Lo sostiene Stefano Quintarelli su Il Post, ricordando l’obsolescenza di software e formati con i quali vengono prodotti e archiviati i dati, ma anche l’oblio più o meno fisiologico che porta a far sparire contenuti e informazioni che invece potrebbe essere utile preservare e tramandare
Considerato che il 90% dei data center colpiti dalla violenza dell’uragano non ha subito danni, si può affermare che il modello cloud abbia complessivamente retto all’urto di un test potenzialmente devastante. A sostenerlo sul blog Memoria Digitale è Simone Vettore, con una riflessione che evidenzia anche le principali lesson learned che occorrerebbe trarre dalla vicenda
Con l’arrivo dell’uragano sulla costa est degli Stati Uniti, giunge un nuovo grido di allarme per il funzionamento dei numerosi siti e servizi web che poggiano sulle piattaforme cloud. E mentre qualcuno, anche in Italia, spiega che dovremo sempre più abituarci a problemi di questo tipo, i National Archives americani hanno realizzato un vademecum e altre azioni a supporto delle agenzie federali che potrebbero subire danni, anche ingenti, a causa della tempesta
L’iniziativa è promossa dalla BBC e dalla Public Catalogue Foundation. 210.000 i dipinti che sono stati fotografati in tutti gli angoli del territorio britannico da un team di 100 persone e che ora sono accessibili on line, dove tutti gli utenti interessati possono contribuire a classificarli attraverso l’utilizzo dei tag
Il blog sulla conservazione digitale della Library of Congress dedica un approfondimento ad un progetto promosso negli Stati Unti con lo scopo di catalogare e rendere accessibili on line i siti personali aggiornati da medici, professionisti del sistema sanitario e pazienti
Due recenti articoli affrontano da prospettive diverse il crescente utilizzo delle nuove tecnologie per la conservazione di documenti e materiali relativi alle storie di individui e gruppi familiari. In Nebraska, una società raccoglie foto, cassette, negativi, video e altri contenuti, le digitalizza e li mette a disposizione on line per i propri clienti. Nell’Ontario, in Canada, un piccolo archivio locale invita gli abitanti del luogo a portare le memorie di famiglia, affinché possano essere salvate e tramandate via Internet alle generazioni successive
Il collettivo Activist Archivists è stato creato presso la New York University nello scorso ottobre, con lo scopo di preservare nel lungo periodo la grande quantità di contenuti digitali prodotti dagli attivisti di Occupy Wall Street. Il blog sulla conservazione digitale della Library of Congress ha intervistato uno dei suoi promotori, il professor Howard Besser
David Gibson è un tecnico della biblioteca statunitense, attualmente impegnato in un progetto per la catalogazione e la conservazione a lungo termine di circa 3.000 videogiochi. Il blog sulla conservazione digitale della biblioteca lo ha intervistato per capire i principali aspetti critici che caratterizzano questo progetto, e più in generale gli obiettivi e le coordinate che stanno ispirando il lavoro del suo team
Dopo il primo annuncio ufficiale via Twitter da parte del Governo del proprio Paese, una giornalista canadese si è chiesta se e come si possa gestire e conservare la sterminata mole di dati e informazioni prodotta sui canali social. Le sue risposte sono molto pessimiste a riguardo, ma sempre in Canada c'è chi tende ad essere meno drastico, e ricorda le analoghe grida d'allarme lanciate anni fa all'esplosione del fenomeno e-mail
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