Patrimoni culturali digitali: intervista al Direttore Generale di Europeana Foundation Harry Varwayen
Sul sito del progetto CHARTER, the European Cultural Heritage Skills Alliance, è stata pubblicata un’intervista, in lingua inglese, a Harry Verwayen, Direttore Generale della Europeana Foundation, istituzione che cura la gestione della biblioteca digitale europea Europeana.
Nell'intervista, Verwayen descrive il proprio percorso professionale e l’excursus che ha portato alla creazione di Europeana, per poi passare a fornire alcune raccomandazioni e consigli per le organizzazioni interessate alla digitalizzazione delle proprie collezioni. Ulteriori passaggi sono dedicati ai rischi di perdita che sta correndo il patrimonio digitale culturale dell’Ucraina, e alle iniziative messe in campo da Europeana per contrastarli.
Per quanto riguarda i consigli rivolti alle organizzazioni interessate ad avviare processi di digitalizzazione delle proprie collezioni, Verwayen afferma quanto segue: “Predisponete un piano. Pensate a tutto, anche prima di scannerizzare il primo contenuto, la domanda deve essere: cosa avete intenzione di farne? Se non siete consapevoli di questi scopi, correte il rischio di incappare in errori che altrimenti potreste evitare. State digitalizzando per scopi di conservazione? Lo fate per permettere a un’audience più ampia di accedere a quei contenuti? O magari avete intenzione di utilizzare quella collezione in maniera particolare, come se fosse ad esempio un videogame? Lo scopo determinerà la mission. Per questo motivo, pensate sempre partendo da uno scopo ben chiaro in mente. E parlate a tutte le altre persone che hanno già realizzato progetti simili; da questo punto di vista, aderire alla Europeana Network Association è un ottimo modo per cominciare.
Sulla situazione in Ucraina, Verwayen spiega che la Fondazione Europeana sta supportando il progetto SUCHO (Saving Ukrainian Cultural Heritage Online), impegnato in attività di archiviazione di contenuti culturali già al momento disponibili online. “Siamo parte di un gruppo che conta oltre 1.000 volontari - si legge nell’intervista - abbiamo offerto un sostegno finanziario e stiamo diffondendo la sua conoscenza nei nostri network. Stiamo inoltre supportando l’iniziativa SUM (Save the Ukraine Monuments), promossa dal 4CH project. In questo caso, alcune persone si stanno recando in Ucraina per raccogliere quanto è disponibile in digitale ma non è reperibile online. Tutto viene salvato su disco ottico, perché parliamo di file che, per le loro dimensioni, non sono trasmissibili via FTP. Quindi, c’è un archivio digitale di portata significativa? Sì. Ed è al sicuro? Direi di no. Entrambe le iniziative che ho menzionato ci hanno fatto prendere coscienza del fatto che al momento in Europa non ci sono le condizioni per creare un archivio digitale centralizzato e che il nostro settore non dispone di meccanismi, o di un framework, per agire in maniera tempestiva all’insorgere delle crisi."
Leggi l’intervista integrale a Harry Verwayen sul sito di CHARTER.