Per l’approvazione delle regole tecniche. Presentato il Manifesto per l’Italia Digitale

Il documento è stato divulgato in occasione della manifestazione OMAT 360, svoltasi di recente, e si configura come un appello per una pronta attuazione delle norme in materia di amministrazione digitale. In particolar modo la richiesta riguarda il via libera alle regole tecniche sul protocollo informatico, la conservazione digitale e la fatturazione elettronica

 

Il Manifesto per l’Italia Digitale è frutto dell’iniziativa di un gruppo di esperti e professionisti dell’innovazione digitale. Chiunque interessato può sottoscriverlo on line, chiedendo in questo modo che si sblocchino quei processi normativi, da tempo avviati e in alcuni casi sostanzialmente conclusi, necessari per passare dalla sola enunciazione dei principi dell’amministrazione digitale, alla loro incarnazione concreta attraverso misure e azioni specifiche. Il punto di partenza è che l’attuazione di queste norme rappresenta un passo fondamentale per avviare un reale processo di cambiamento e ammodernamento della pubblica amministrazione, e a partire da ciò innescare un sistema virtuoso a livello sociale ed economico nell’intero Paese.

“Senza voler essere esaustivi nell’esposizione – si legge nel documento – ma chiedendo un’immediata attuazione di tutti i provvedimenti  che da anni circolano in bozza, si ritiene che per lo specifico scopo sia ormai improcrastinabile l’emanazione dei seguenti provvedimenti:

  • Regole tecniche di attuazione del CAD per quanto riguarda: firme elettroniche, documento informatico, conservazione sostitutiva e protocollo informatico (provvedimenti messi in consultazione fin dall’estate del 2011 e che ad oggi, non rispettando in alcun modo i tempi fissati dalla legge, non sono stati ancora emanati);
  • Norme regolamentari di attuazione della fattura elettronica verso la PA di cui all’art. 1 commi da 209 a 214 della L 244/2007 (di cui si attende la pubblicazione del secondo decreto attuativo che dovrebbe, finalmente, dare il via libero operativo a un obbligo esistente per ora solo sulla carta).
  • L’aggiornamento del Decreto fiscale (Dm 23 gennaio 2004) sulla conservazione elettronica dei documenti. Provvedimento che presenta molte criticità e che contiene regole che non tengono più conto delle modifiche già intervenute nel CAD.

Il fattore normativo che in passato è stato visto come un freno allo sviluppo

digitale del Paese – prosegue il testo – e che negli ultimi mesi ha avuto un’accelerazione (almeno programmatica) molto gradita nel Dl 179/2012 (decreto crescita 2.0) può divenire

un fattore abilitante e un vero e proprio volano per la digitalizzazione del Paese. È  certo che il “digital divide” passa sicuramente per altri canali, ma il forte segnale che l’approvazione dei predetti provvedimenti potrebbe avere è anche questo una certezza condivisa da tutti. Tra l’altro essa avrebbe il merito di far cadere una serie di alibi sollevati da chi non vuole rendersi conto che il processo di digitalizzazione è irreversibile e che è inutile rimanere ancorati a posizioni del tutto obsolete che portano il nostro Paese a perdere anche e soprattutto sul piano internazionale in termini di competitività e di credibilità. Più in dettaglio e sempre con funzioni

esemplificative e non con obiettivi esaustivi la loro attuazione:

  • per quanto riguarda la fattura elettronica verso la PA contribuirebbe a rendere più trasparenti alcuni processi che sono fonti di pericolosi fenomeni di frode e di evasione fiscale; contribuirebbe a favore delle imprese a ridurre tempi e costi di attestazione dei crediti risolvendo così problemi di regolamento delle singole transazioni; contribuirebbe a fornire modelli condivisi che faciliterebbero la progettazione e la realizzazione di sistemi di gestione dello specifico documento; contribuirebbe a semplificare significativamente il rapporto tra imprese e amministrazione finanziaria, riducendo un importante numero di adempimenti che attualmente rappresentano un costo e anche un freno alla produttività soprattutto delle PMI;
  • per quanto riguarda le regole tecniche renderebbe possibile l’attuazione di numerosi progetti di firma elettronica avanzata; creerebbe le condizioni per migliorare e integrare gli attuali processi di creazione, gestione e conservazione dei documenti e degli archivi informatici; potrebbe, finalmente, dare il via libera alla formazione dell’albo dei conservatori accreditati.

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