Web archiving: migliaia di attivisti all’opera per salvare risorse e contenuti digitali dell'Ucraina
Dopo l’invasione dell’Ucraina da parte delle truppe russe, si stanno intensificando gli sforzi di attivisti informatici ed esperti di conservazione digitale per mettere in salvo i contenuti web a rischio di distruzione a causa delle operazioni belliche.
Tra le realtà più attive, spicca il ruolo del progetto SUCHO, acronimo che sta per Saving Ukrainian Cultural Heritage Online, lanciato nello scorso marzo da una rete che conta al momento oltre 1.200 volontari e che si avvale anche del contributo dell’Internet Archive, prontamente intervenuto a sostegno con la fornitura di supporto tecnico, strumentazioni e attività formative.
“Quando pensiamo a Internet, ci viene da pensare che i suoi contenuti saranno rimarranno sempre disponibili - ha dichiarato Quinn Dombrowski, esperto di tecnologie informatiche in forze alla Stanford University e co-fondatore di SUCHO - ma tutti questi dati sono salvati su server fisici che possono essere distrutti, proprio come accade per gli edifici e i monumenti. Per la creazione di questi siti e collezioni digitali sono stati profusi sforzi enormi e una grande energia. Le persone che vivono o provengono dall’Ucraina le hanno raccolte per dei motivi, tra cui la volontà di condividere con il resto del mondo la propria storia e cultura, il proprio linguaggio e la propria letteratura”.
Ad oggi, grazie alle attività del progetto SUCHO sono già stati salvati 10 terabyte di dati, tra cui 14.000 tra documenti pdf e immagini e circa 2.300 porzioni di siti web. Grazie a ciò, contenuti come riproduzioni di opere museali, siti di biblioteche, mostre virtuali e pubblicazioni open access sono state messe in salvo e continueranno ad essere accessibili. Proprio perché ciò possa avvenire, gli attivisti di SUCHO sono già all’opera per far seguire a questa prima opera di ricognizione e salvataggio dei contenuti web una fase successive durante la quale si effettueranno attività di curatela e trattamento dei contenuti per renderli più facilmente fruibili.
Per maggiori informazioni sul progetto è possibile visitare il sito www.sucho.org.