L’anno prossimo a Nottingham aprirà un centro culturale dedicato alla loro conservazione e valorizzazione. E intanto l’Internet Archive ha fatto impazzire il web pubblicando una collazione di 900 titoli, risalenti agli anni ’70, ‘80 e ’90, ai quali si può giocare direttamente on line
Si chiamerà GameCity, aprirà i battenti a Nottingham il prossimo anno, e sarà il primo centro culturale del Regno Unito specificamente dedicato ai videogame e alla loro cultura. Da un articolo della BBC si apprende che la struttura sarà composta di 5 piani, attrezzata con gallerie tematiche e spazi per performance interattive, e non si limiterà a celebrare la storia dei videogiochi, ma ospiterà anche workshop e altri momenti formativi dedicati ai saperi e alle tecniche per la loro produzione.
“Crediamo che tutti debbano essere messi nelle condizioni di videogiocare, ma anche di avere le capacità per produrne di nuovi”, ha dichiarato il direttore della futura struttura Iain Simons presentandone le ambizioni. Nel frattempo, i visitatori del nuovo centro potranno ammirare prodotti che hanno fatto la storia dei videogame, dai titoli più popolari e apprezzati, alle consolle, agli altri strumenti creati nel tempo per arricchire sempre più le esperienze di gioco di milioni di appassionati. “Finalmente anche loro avranno una proprio punto di riferimento culturale – ha affermato l’adviser di GameCity Ian Livingstone – e potranno sentirsi a casa così come possono farlo gli amanti delle arti alla National Gallery e quelli del teatro al National Theatre".
E che quella dei videogame sia una cultura planetaria condivisa da milioni di appassionati, lo ha dimostrato di recente anche il grandissimo successo del nuovo database Internet Arcade,messo a disposizione dall’Internet Archive. Si tratta di una vera e propria miniera di titoli storici e non, risalenti agli anni ’70, ’80 e ’90, ai quali si può giocare direttamente via web. “Giochi che vanno dall’età del bronzo dei videogame fatta di schermi in bianco e nero e suoni davvero elementari – hanno affermato i promotori del progetto – a prodotti molto più raffinati che contengono animazioni, voci digitalizzate e musiche appositamente composte”.
Tale e tanto il successo riscosso dall’iniziativa,che i server dell’Internet Archive sono andati in crash poco dopo la diffusione della notizia via web. “Abbiamo registrato un vero e proprio picco di visitatori – si legge in un post on line – è probabile che molti di loro non avessero mai visitato prima il nostro sito, e ovviamente li accogliamo a braccia aperte. Dopotutto siamo nati proprio per questo: vogliamo essere la Biblioteca di Internet che custodisce siti, testi digitalizzati, musica, film e software. Si tratta della nostra missione no profit: fare in modo che il maggior numero possibile di persone possa liberamente accedere a quanta più cultura e informazione possibile”.
“Nemmeno noi sappiamo quanta attenzione riuscirà a catturare ancora l’Internet Arcade – prosegue la nota – visto e considerato che la notizia continua a diffondersi on line e anche sui mass media. Ma una cosa è già assodata: i videogame e i software sono una parte fondamentale del nostro patrimonio culturale, così come lo sono stati in passato, e continuano a esserlo, i libri, i film e la musica”.
David Gibson è un tecnico della biblioteca statunitense, attualmente impegnato in un progetto per la catalogazione e la conservazione a lungo termine di circa 3.000 videogiochi. Il blog sulla conservazione digitale della biblioteca lo ha intervistato per capire i principali aspetti critici che caratterizzano questo progetto, e più in generale gli obiettivi e le coordinate che stanno ispirando il lavoro del suo team
Grazie al contributo di attivisti digitali, programmatori e archivisti informatici, l’organizzazione americana ha pubblicato e reso disponibile un’ampia collezione di software difficilmente rintracciabili. Tra i contenuti liberamente scaricabili, anche migliaia di videogame
Il museo newyorchese ha arricchito la propria collezione permanente di architettura e design con 14 titoli che hanno fatto la storia del videogioco. Le opere sono state selezionate anche grazie al contributo di esperti di conservazione digitale e saranno esposte a partire da marzo del 2013
Pubblicata la Console Living Room, una ricca collezione di giochi “da salotto” degli anni ‘70 e ’80, ora accessibili on line senza il bisogno di emulatori
Il blog sulla conservazione digitale della Library of Congress dedica un’intervista al professoressa Kari Kraus, a margine della sua partecipazione al meeting DigitalPreservation 2012, svoltosi in luglio. Nell’articolo, tra le altre cose, si discute di come cambiano gli approcci alla conservazione quando si ha a che fare con contenuti multimediali, quali i videogiochi, che possono cambiare anche profondamente a seconda delle varie esperienze d’uso
Sul blog The Signal della Library Of Congress, Trevor Owens segnala una serie di articoli e approfondimenti sull’argomento. Lo scopo è quello di stimolare ulteriori riflessioni e spunti in materia da parte della comunità degli addetti ai lavori
L’Internet Archive ha rilasciato un servizio on line che permette di giocare ai titoli che hanno fatto la storia, ma a volte anche clamorosi flop, e usare gli antenati degli odierni programmi di produttività, senza il bisogno di emulatori
Il programmatore del celebre videogioco creato nel 1989 ha annunciato di avere ritrovato i codici sorgente della sua creazione, scomparsi da una decina di anni, e che è ora al lavoro per provare a riversarli sui supporti odierni e renderli così disponibili per progettare nuove versioni del gioco. La vicenda sottolinea ancora una volta l'importanza di un corretto approccio alla conservazione digitale, per fare fronte all'obsolescenza di supporti fisici e software, e preservare il nostro patrimonio culturale realizzato in digitale
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