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Introduzione

Si è concluso il progetto per il riordino, il restauro e la digitalizzazione dei fascicoli processuali relativi ai delitti commessi dalla Banda della Uno Bianca, l’organizzazione criminale che tra il 1987 e il 1994 ha insanguinato l’Emilia-Romagna e le Marche, provocando 24 morti e oltre 100 feriti. Una mole enorme di documenti, costituita da 277 faldoni e 11 allegati, per 46 metri lineari, relativi ad un arco di tempo che va dal 1990 al 2000, ovvero dalle prime fasi dell’indagine fino al dibattimento in Cassazione. E che comprende anche, in copia, parte del materiale di altre Procure come quella di Rimini e Pesaro.

Materiale di straordinario valore storico e giudiziario sottratto all’usura del tempo e che ora potrà essere messo a disposizione, per una più puntuale consultazione, di studiosi, magistrati, avvocati e chiunque altro sia interessato ad approfondire una delle pagine più drammatiche e oscure della nostra storia.

L’intervento, sostenuto dalla Regione Emilia-Romagna, è stato reso possibile da specifici accordi tra l’Archivio di Stato e la Procura da un lato e tra lo stesso Archivio e il Tribunale e la Corte d’Assise di Bologna dall’altro, per il versamento anticipato, rispetto a quanto fissato dal Codice dei Beni culturali, del materiale relativo alle fasi delle indagini e del dibattimento del processo alla banda della Uno bianca. 

Al progetto, realizzato sotto la supervisione dell’Archivio di Stato, ha contribuito anche ParER, il Polo archivistico dell’Emilia-Romagna, coordinando le operazioni di digitalizzazione dei documenti e in qualità di gestore del sistema di consultazione Sestra, grazie al quale, d’ora in avanti, sarà possibile accedere ai documenti.

La digitalizzazione è stata solo la parte conclusiva di un progetto finalizzato a garantire anche un migliore stato di conservazione dei documenti originali, con specifici interventi di depolveratura, disinfezione, pulitura, spianamento, stabilizzazione e dove necessario, di vero e proprio restauro. Il tutto preceduto da un attento lavoro di analisi, riordino, numerazione e descrizione.

All’interno dei fascicoli, oltre ai documenti cartacei prodotti nelle fasi di indagine e dibattimento, sono presenti anche molte immagini. Tra queste, rilievi della polizia scientifica, referti autoptici, fotografie di identikit,  registrazioni dibattimentali e intercettazioni telefoniche, per un totale di 67 bobine, 49 audiocassette e 141 videocassette, a loro volta in procinto di essere digitalizzate e conservate grazie a un intervento finanziato dal Ministero della Cultura.

Al pari di quello relativo agli altri episodi di terrorismo e stragismo, anche il materiale sulla Uno Bianca confluirà nel sistema di consultazione Sestra, messo a disposizione dalla Regione e gestito da ParER. L’accesso sarà operativo entro giugno. Il materiale, come previsto dalla legge, sarà liberamente consultabile per l’autorità giudiziaria e per le parti, mentre gli studiosi dovranno accreditarsi, presentando una richiesta di autorizzazione al Ministero dell’Interno attraverso l’Archivio di Stato.

Con la realizzazione di questa importante iniziativa, è stata rinnovata e ampliata una proficua collaborazione,  che aveva già consentito il versamento anticipato della documentazione processuale relativa agli episodi di eversione, terrorismo e strage giudicati dalla Corte d’Assise di Bologna a partire dal 1971, consentendo la digitalizzazione di 17 fascicoli processuali, per un totale di 972 faldoni, tra cui anche quelli relativi alla strage della Stazione di Bologna del 2 Agosto 1980 e all’attentato al treno Italicus. 

Ultimo aggiornamento: 01-02-2023, 14:20

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