L’iniziativa è promossa dalla BBC e dalla Public Catalogue Foundation. 210.000 i dipinti che sono stati fotografati in tutti gli angoli del territorio britannico da un team di 100 persone e che ora sono accessibili on line, dove tutti gli utenti interessati possono contribuire a classificarli attraverso l’utilizzo dei tag
Il blog sulla conservazione digitale della Library of Congress dedica un approfondimento ad un progetto promosso negli Stati Unti con lo scopo di catalogare e rendere accessibili on line i siti personali aggiornati da medici, professionisti del sistema sanitario e pazienti
Due recenti articoli affrontano da prospettive diverse il crescente utilizzo delle nuove tecnologie per la conservazione di documenti e materiali relativi alle storie di individui e gruppi familiari. In Nebraska, una società raccoglie foto, cassette, negativi, video e altri contenuti, le digitalizza e li mette a disposizione on line per i propri clienti. Nell’Ontario, in Canada, un piccolo archivio locale invita gli abitanti del luogo a portare le memorie di famiglia, affinché possano essere salvate e tramandate via Internet alle generazioni successive
Il collettivo Activist Archivists è stato creato presso la New York University nello scorso ottobre, con lo scopo di preservare nel lungo periodo la grande quantità di contenuti digitali prodotti dagli attivisti di Occupy Wall Street. Il blog sulla conservazione digitale della Library of Congress ha intervistato uno dei suoi promotori, il professor Howard Besser
David Gibson è un tecnico della biblioteca statunitense, attualmente impegnato in un progetto per la catalogazione e la conservazione a lungo termine di circa 3.000 videogiochi. Il blog sulla conservazione digitale della biblioteca lo ha intervistato per capire i principali aspetti critici che caratterizzano questo progetto, e più in generale gli obiettivi e le coordinate che stanno ispirando il lavoro del suo team
Dopo il primo annuncio ufficiale via Twitter da parte del Governo del proprio Paese, una giornalista canadese si è chiesta se e come si possa gestire e conservare la sterminata mole di dati e informazioni prodotta sui canali social. Le sue risposte sono molto pessimiste a riguardo, ma sempre in Canada c'è chi tende ad essere meno drastico, e ricorda le analoghe grida d'allarme lanciate anni fa all'esplosione del fenomeno e-mail
Nei giorni scorsi il Governo inglese ha chiesto scusa ai familiari delle 96 persone che nel 1989 morirono allo stadio di Sheffield in occasione di una semifinale di coppa d’Inghilterra. Per anni, mentendo, le forze dell’ordine hanno attribuito il disastro alla furia degli hooligans, ma un nuovo rapporto, stilato grazie alla diffusione di una grande quantità di informazioni pubbliche, ha svelato le loro responsabilità e i successivi tentativi di insabbiare la verità
Facendo riferimento a diversi progetti realizzati in prima persona, il monaco benedettino Columba Stewart sostiene che solo la tecnologia e la digitalizzazione possono preservare la memoria e i saperi custoditi negli antichi documenti scritti a mano, attualmente custoditi in aree del mondo caratterizzate da una forte e imprevedibile instabilità
L’Archivio Nazionale inglese ha raggiunto un accordo con i promotori dei Giochi che porterà alla conservazione, e a partire dal 2027 anche alla pubblicazione di tutti i contenuti digitali prodotti nell’ambito della loro organizzazione. Tra i dati, in questo caso disponibili fin da subito, figurano anche i materiali pubblicati sui siti e sui social media legati all’evento
Il blog sulla conservazione digitale della Library of Congress dedica un’intervista al professoressa Kari Kraus, a margine della sua partecipazione al meeting DigitalPreservation 2012, svoltosi in luglio. Nell’articolo, tra le altre cose, si discute di come cambiano gli approcci alla conservazione quando si ha a che fare con contenuti multimediali, quali i videogiochi, che possono cambiare anche profondamente a seconda delle varie esperienze d’uso
Lo segnala il blog “Archivistica e dintorni”. Il “Report of the Ad Hoc Committee for Development of a Standardized Tool for Encoding Archival Finding Aid” è scaricabile on line dal sito del Comitato sugli Standard Descrittivi del Consiglio Internazionale degli Archivi
A un anno dalla loro pubblicazione on line, l’11% dei contenuti condivisi sui social media scompare, e da quel momento in avanti il tasso di perdita è pari allo 0,02% al giorno. È quanto emerge da un paper pubblicato di recente da due ricercatori americani
Con due articoli, il New York Times evidenzia le azioni messe in campo dagli Archivi dello Stato ebraico per la digitalizzazione di fonti e materiali finora sotto segreto e la loro divulgazione on line, anche attraverso i social media
L’archivio, creato e curato dal Center for History and New Media e dall’American Social History Project/Center for Media and Learning, fa parte dal 2003 delle collezioni della Library of Congress. Oltre 150.000 i contenuti digitali al momento archiviati e offerti on line al pubblico, per proporre un racconto collettivo sulla tragedia delle Twin Tower
Facendo riferimento al clamore suscitato in America dalla pubblicazione delle testimonianze di un ex marine che ha preso parte all'uccisione di Bin Laden, un articolo di Amy Zegart per Foreing Policy sostiene l'inadeguatezza del sistema di segretazione delle informazioni, introdotto nel 1951 e tuttora in vigore, mentre si assiste alla sempre più frenetica e incontrollata circolazione delle notizie e delle conoscenze
Il dilemma è sempre lo stesso che si pone dalla nascita di Wikipedia: è bene coinvolgere comunità di volontari per la realizzazione di progetti scientifici ed accademici altrimenti difficili da realizzare a causa degli alti costi, o solo gli esperti possono garantire la riuscita di operazioni ad alto tasso di conoscenza? Stavolta se ne discute con un articolo del Chronicle of Higher Education dedicato alla sempre più numerose iniziative 2.0 che mirano alla costruzione e all’arricchimento degli archivi storici
È a partire da questa forzatura, e in particolare dal paragone con l’incendio della biblioteca di Alessandria, che un articolo dell’Economist sostiene l’importanza di tracciare la memoria di Internet e conservare, specie attraverso iniziative pubbliche, i tanti dati, contenuti e documenti che rischiano di scomparire a causa del sempre più frenetico e incessante cambiamento tecnologico
OAIS (Open Archival Information System), il più importante standard per la conservazione digitale a lungo termine, è stato aggiornato e approvato formalmente da ISO (ISO 14721:2012). Un post sul blog di Barbara Sierman riassume ed elenca le principali novità contenute nell’aggiornamento
Come cambia il lavoro di archivisti e curatori quando le opere nascono in digitale e spesso rischiano di scomparire a causa dell’obsolescenza di software e supporti? Alla domanda prova a rispondere il blog sulla conservazione digitale della Library of Congress, facendo luce su un progetto della New York Public Library che ha permesso di recuperare importanti materiali musicali appartenuti ad un artista scomparso a soli 35 anni
Facendo riferimento all’edizione americana di Wired, il Post ha sintetizzato e ricostruito la singolare vicenda del giornalista Mat Honan, vittima di un attacco hacker andato a segnato sfruttando molteplici falle di sicurezza dei tanti servizi on line quotidianamente usati da milioni di utenti, e simbolo involontario di uno scenario che vede sempre più minacciata, spesso anche da rischi gravissimi, la gestione dei dati personali gestiti tramite cloud computing