Il numero di ottobre del magazine Campus Technology ha intervistato in materia Julie Sweetkind-Singer, assistan director presso i Geospatial, Cartographic and Scientific Data and Services dell’Università di Stanford e direttrice delle Branner Earth Sciences Library and Map Collections
Notizie
Il tema è oggetto di una riflessione di Bill LeFurgy sul blog dedicato alle tematiche della conservazione digitale della Library of Congress. La tecnologia floppy è morta da un pezzo, spiega l’esperto, ma lunga vita ai singoli dischi che potrebbero contenere materiali di estrema rilevanza, e massimo sforzo per lo sviluppo delle digital forensics, attività fondamentale per il recupero dei dati
Lo sostiene Stefano Quintarelli su Il Post, ricordando l’obsolescenza di software e formati con i quali vengono prodotti e archiviati i dati, ma anche l’oblio più o meno fisiologico che porta a far sparire contenuti e informazioni che invece potrebbe essere utile preservare e tramandare
Considerato che il 90% dei data center colpiti dalla violenza dell’uragano non ha subito danni, si può affermare che il modello cloud abbia complessivamente retto all’urto di un test potenzialmente devastante. A sostenerlo sul blog Memoria Digitale è Simone Vettore, con una riflessione che evidenzia anche le principali lesson learned che occorrerebbe trarre dalla vicenda
Con l’arrivo dell’uragano sulla costa est degli Stati Uniti, giunge un nuovo grido di allarme per il funzionamento dei numerosi siti e servizi web che poggiano sulle piattaforme cloud. E mentre qualcuno, anche in Italia, spiega che dovremo sempre più abituarci a problemi di questo tipo, i National Archives americani hanno realizzato un vademecum e altre azioni a supporto delle agenzie federali che potrebbero subire danni, anche ingenti, a causa della tempesta
L’iniziativa è promossa dalla BBC e dalla Public Catalogue Foundation. 210.000 i dipinti che sono stati fotografati in tutti gli angoli del territorio britannico da un team di 100 persone e che ora sono accessibili on line, dove tutti gli utenti interessati possono contribuire a classificarli attraverso l’utilizzo dei tag
Il blog sulla conservazione digitale della Library of Congress dedica un approfondimento ad un progetto promosso negli Stati Unti con lo scopo di catalogare e rendere accessibili on line i siti personali aggiornati da medici, professionisti del sistema sanitario e pazienti
Due recenti articoli affrontano da prospettive diverse il crescente utilizzo delle nuove tecnologie per la conservazione di documenti e materiali relativi alle storie di individui e gruppi familiari. In Nebraska, una società raccoglie foto, cassette, negativi, video e altri contenuti, le digitalizza e li mette a disposizione on line per i propri clienti. Nell’Ontario, in Canada, un piccolo archivio locale invita gli abitanti del luogo a portare le memorie di famiglia, affinché possano essere salvate e tramandate via Internet alle generazioni successive
Il collettivo Activist Archivists è stato creato presso la New York University nello scorso ottobre, con lo scopo di preservare nel lungo periodo la grande quantità di contenuti digitali prodotti dagli attivisti di Occupy Wall Street. Il blog sulla conservazione digitale della Library of Congress ha intervistato uno dei suoi promotori, il professor Howard Besser
David Gibson è un tecnico della biblioteca statunitense, attualmente impegnato in un progetto per la catalogazione e la conservazione a lungo termine di circa 3.000 videogiochi. Il blog sulla conservazione digitale della biblioteca lo ha intervistato per capire i principali aspetti critici che caratterizzano questo progetto, e più in generale gli obiettivi e le coordinate che stanno ispirando il lavoro del suo team
Dopo il primo annuncio ufficiale via Twitter da parte del Governo del proprio Paese, una giornalista canadese si è chiesta se e come si possa gestire e conservare la sterminata mole di dati e informazioni prodotta sui canali social. Le sue risposte sono molto pessimiste a riguardo, ma sempre in Canada c'è chi tende ad essere meno drastico, e ricorda le analoghe grida d'allarme lanciate anni fa all'esplosione del fenomeno e-mail
Nei giorni scorsi il Governo inglese ha chiesto scusa ai familiari delle 96 persone che nel 1989 morirono allo stadio di Sheffield in occasione di una semifinale di coppa d’Inghilterra. Per anni, mentendo, le forze dell’ordine hanno attribuito il disastro alla furia degli hooligans, ma un nuovo rapporto, stilato grazie alla diffusione di una grande quantità di informazioni pubbliche, ha svelato le loro responsabilità e i successivi tentativi di insabbiare la verità
Facendo riferimento a diversi progetti realizzati in prima persona, il monaco benedettino Columba Stewart sostiene che solo la tecnologia e la digitalizzazione possono preservare la memoria e i saperi custoditi negli antichi documenti scritti a mano, attualmente custoditi in aree del mondo caratterizzate da una forte e imprevedibile instabilità
L’Archivio Nazionale inglese ha raggiunto un accordo con i promotori dei Giochi che porterà alla conservazione, e a partire dal 2027 anche alla pubblicazione di tutti i contenuti digitali prodotti nell’ambito della loro organizzazione. Tra i dati, in questo caso disponibili fin da subito, figurano anche i materiali pubblicati sui siti e sui social media legati all’evento
Il blog sulla conservazione digitale della Library of Congress dedica un’intervista al professoressa Kari Kraus, a margine della sua partecipazione al meeting DigitalPreservation 2012, svoltosi in luglio. Nell’articolo, tra le altre cose, si discute di come cambiano gli approcci alla conservazione quando si ha a che fare con contenuti multimediali, quali i videogiochi, che possono cambiare anche profondamente a seconda delle varie esperienze d’uso
Lo segnala il blog “Archivistica e dintorni”. Il “Report of the Ad Hoc Committee for Development of a Standardized Tool for Encoding Archival Finding Aid” è scaricabile on line dal sito del Comitato sugli Standard Descrittivi del Consiglio Internazionale degli Archivi
A un anno dalla loro pubblicazione on line, l’11% dei contenuti condivisi sui social media scompare, e da quel momento in avanti il tasso di perdita è pari allo 0,02% al giorno. È quanto emerge da un paper pubblicato di recente da due ricercatori americani
Con due articoli, il New York Times evidenzia le azioni messe in campo dagli Archivi dello Stato ebraico per la digitalizzazione di fonti e materiali finora sotto segreto e la loro divulgazione on line, anche attraverso i social media
L’archivio, creato e curato dal Center for History and New Media e dall’American Social History Project/Center for Media and Learning, fa parte dal 2003 delle collezioni della Library of Congress. Oltre 150.000 i contenuti digitali al momento archiviati e offerti on line al pubblico, per proporre un racconto collettivo sulla tragedia delle Twin Tower
Facendo riferimento al clamore suscitato in America dalla pubblicazione delle testimonianze di un ex marine che ha preso parte all'uccisione di Bin Laden, un articolo di Amy Zegart per Foreing Policy sostiene l'inadeguatezza del sistema di segretazione delle informazioni, introdotto nel 1951 e tuttora in vigore, mentre si assiste alla sempre più frenetica e incontrollata circolazione delle notizie e delle conoscenze